Domani scatta “l’ora x” per l’Italia che si appresta ad una svolta storica per quanto riguarda i futuri nascituri. Il nostro Pease, infatti, si equiparerà al altre nazioni.
Una nuova regola che cambierà anche i rapporti uomo-donna dentro e fuori la famiglia e il diritto all’identità dei figli.
La Corte costituzionale, lo scorso 27 aprile, si è espressa su una norma che esiste da sempre nel nostro Paese: l’automatica assegnazione del cognome paterno. Un retaggio patriarcale che è stato messo in discussione negli ultimi anni e che ha avuto un cambio radicale grazie alla sentenza dell’Alta Corte.
Una pronuncia storica da parte della Corte Costituzionale che investirà tutti i bimbi che ancora non sono stati dichiarati all’anagrafe.
Doppio cognome, da domani svolta storica in Italia
Da domani, infatti, sarà possibile assegnare il doppio cognome per i nuovi nati o anche solo quello della mamma o del papà.
La sentenza della Consulta sul doppio cognome depositata oggi indica con chiarezza la strada. Ora tocca al Parlamento. Andiamo avanti!
— Elena Bonetti (@elenabonetti) May 31, 2022
L’efficacia scatta con la pubblicazione della sentenza sulla Gazzetta ufficiale, che avverrà domani. I nuovi nati prenderanno il doppio cognome, nell’ordine stabilito dai genitori, o anche solo quello di uno di loro di comune accordo. Se non ci sarà l’intesa sull’ordine dei due cognomi la questione sarà risolta dal giudice, il cui intervento è già previsto dall’ordinamento giuridico in tutti i casi di disaccordo su scelte riguardanti i figli.
Tutto ciò, finché non sarà il Parlamento a intervenire con una legge, dettando eventualmente, altri criteri, come sottolineano le motivazioni della sentenza depositate oggi. “Ora tocca al Parlamento, andiamo avanti” è la sollecitazione che arriva subito dalla ministra per le Pari Opportunità e la Famiglia Elena Bonetti.
Redatta da una giudice donna, Elisabetta Navarretta, la sentenza chiarisce le ragioni per le quali l’attribuzione automatica del cognome paterno, che era prevista dall’articolo 262 del Codice civile e da svariate altre norme, è in contrasto con i principi costituzionali e con la Convenzione europea dei diritti dell’uomo. Quell’automatismo “si traduce nell’invisibilità della madre” ed è il segno di una diseguaglianza fra i genitori, che “si riverbera e si imprime sull’identità del figlio“.
Il cognome “collega l’individuo alla formazione sociale che lo accoglie” e “si radica nella sua identità familiare“, perciò deve “rispecchiare e rispettare l’eguaglianza e la pari dignità dei genitori“. Per tutelare “l’interesse del figlio a non vedersi attribuito un cognome diverso rispetto a quello di fratelli e sorelle“, i giudici indicano possibili soluzioni alla questione. Come per esempio rendendo la scelta del cognome attribuito al primo figlio vincolante anche per i suoi fratelli e sorelle.