Protagonista delle scalate bancarie dei primi anni Duemila e dei processi ai “furbetti del quartierino”, Danilo Coppola oggi è un latitante. Al telefono parla da una località segreta: “Sono ricercato, su di me c’è un ordine di custodia cautelare”
“Ho preferito non farmi trovare da quando ho saputo che su di me c’è un ordine di custodia cautelare”. È con queste parole che Danilo Coppola telefona da un luogo segreto.
Noto alle cronache per essere stato nei primi anni Duemila protagonista dei processi a carico dei cosiddetti “furbetti del quartierino”. L’immobiliarista è stato anche indagato per le illecite scalate bancarie ma da qualche tempo si diverte sui social postando video in cui sbeffeggia i magistrati che gli hanno sequestrato una villa in Sardegna. Ma non solo, Coppola racconta la sua verità sui suoi ultimi anni infernali.
Danilo Coppola, la telefonata scioccante: “Sono ricercato ma non mi faccio trovare” | L’immobiliarista svela di essere un latitante
Una marea di video postati sui social in cui Danilo Coppola (54enne) sfoggia documenti e atti processuali: “Me ne starò nascosto e posterò tutto: le carte dei processi, le assurdità sui miei rapporti con la Banda della Magliana. Mi hanno arrestato perché davo fastidio ai poteri forti. I miei processi hanno dato spettacolo, in 18 anni ne ho subiti oltre trenta, spesso sono stato assolto”.
Nei diversi video Coppola riporta tutto: nomi, cognomi, magistrati, accuse a suo carico e banche. Intervistato dal Corriere della Sera, l’immobiliarista racconta i suoi mesi trascorsi da latitante.
Spiega che l’obiettivo dei video postati su Instagram è che la gente riconosca la sua innocenza. Non solo, Coppola vuole raccontare una giustizia che non funziona.
“Non faccio post per vittimismo. Però, per accendere un faro, ho dovuto ricorrere ai social. In questo momento sono da solo all’estero e non sto bene.
Danilo Coppola fu arrestato il 1° marzo 2007 a Roma con l’accusa di bancarotta fraudolenta della Micop, riciclaggio, associazione per delinquere. Cinque anni dopo fu assolto. Due anni di carcere, diversi arresti e ricoveri ospedalieri hanno reso il 54enne sempre più debole tanto che i magistrati hanno dovuto ammettere che la sua salute cagionevole non era compatibile con la vita in carcere.
Poi, il 24 maggio del 2016, un nuovo arresto. Questa volta per il complesso immobiliare di Porta Vittoria a Milano. Così, Coppola si ritrova a San Vittore in isolamento. Nel reparto psichiatrico inizia un nuovo calvario psicofisico che lo porta sulla sedia a rotelle. Ora, nuovamente un ordine di custodia cautelare.
Danilo Coppola, il nuovo ordine di custodia cautelare
L’ultimo ordine di arresto per Danilo Coppola è scattato recentemente. A distanza dall’ultimo, nel 2016, ora l’immobiliarista è latitante. La causa di quest’ultimo ordine di custodia cautelare, fa sapere il 54enne, è per una presunta tentata estorsione identificata nella email di un avvocato che non era nemmeno il suo legale.
“Hanno sequestrato la villa della mia ex moglie a Porto Cervo due volte. Il primo sequestro risale al 2007, dopo l’arresto. Mi hanno contestato appropriazione indebita, riciclaggio. Io rinuncio alla prescrizione e vengo assolto. La villa torna alla mia ex moglie. Dopo quattro mesi girava un video con un nuovo sequestro della villa con elicotteri tipo Narcos. Questo sostenendo che avessi 12 milioni di debiti col fisco. Ma io le tasse le avevo pagate: ho postato l’assegno circolare”.
Danilo Coppola spiega che tutto iniziò una mattina a colazione con Francesco Cossiga il quale gli disse: “Coppola, ora si scaglieranno contro di lei e i suoi amici. Uscii un po’ sconvolto, ma pensavo: non ho fatto niente, sono un imprenditore perbene. Invece, dopo poco, mi ritrovai indagato per rapporti con la Banda della Magliana, una storia assurda, da cui venni assolto dopo un anno e mezzo”.
La campagna mediatica del latitante Coppola
“Ora ho cambiato strategia, e anche avvocato. L’ho fatto perché dovevo trovare soluzioni diverse che fino ad oggi non erano arrivate. Ho subito tanto, sono stato male, mi sequestravano tutto. Mi hanno sequestrato pure l’aereo. Era un Falcon 900 X Easy, manco Diego Della Valle l’aveva”.
La campagna mediatica messa in atto da Coppola prevede anche un film con protagonista un’Italia in cui alcune persone non dovrebbero fare il proprio lavoro per i troppi pregiudizi. Ho ingaggiato un regista a cui ho dato dieci milioni. Perché l’ho fatto? Perché ce li ho”.