L’istituto superiore di Sanità ha diffuso oggi, in versione integrale il nuovo report sulla sorveglianza epidemiologica di Covid-19 e l’efficacia vaccinale. Dagli ultimi dati emergono nuove indicazioni su chi è più propenso a reinfettarsi dopo aver contratto il virus la prima volta.
Con la variante Omicron il rischio di contagiarsi nuovamente, a causa della maggiore infettività, è superiore rispetto al passato. Ecco perché il nuovo report dà un quadro importante sulla situazione attuale in Italia.
Il report diffuso oggi dall’Istituto superiore di Sanità evidenzia che dal 24 agosto 2021 al 18 maggio 2022 sono stati segnalati 489.414 casi di reinfezione, ovvero il 3,9% del totale delle infezioni registrate. Un dato interessante quello riportato nel report, dove inoltre si evidenzia le categorie più predisposte a una reinfezione dopo aver contratto il Covid per la prima volta
Dai dati emersi, inoltre, si evince una conferma relativa all’efficacia e importanza del booster nella lotta alla pandemia.
Il report, infatti, conferma che chi ha fatto il booster ha un rischio inferiore dell’88% di ammalarsi in modo grave rispetto ai non vaccinati.
Sempre secondo i dati del report dell’Istituto superiore di Sanità, i vaccinati con ciclo completo da meno di 90 giorni hanno un rischio inferiore di ricontrarre il virus del 70%. È invece del 69% chi ha effettuato il ciclo completo da 91 e 120 giorni, e del 71% tra chi ha completato la vaccinazione da oltre 120 giorni.
Il report inoltre evidenzia anche le categorie più a rischio: dopo aver già avuto il Covid, è più alto tra gli under 50, nelle donne, tra chi ha contratto la prima volta il virus da oltre 7 mesi, tra i non vaccinati o gli immunizzati con una sola dose e tra gli operatori sanitari.
Sempre secondo i dati raccolti dall’ISS l’efficacia del booster del vaccino anti Covid, nel periodo di prevalenza Omicron, nel prevenire il contagio è pari al 58% nei soggetti vaccinati con dose aggiuntiva/booster rispetto ai non vaccinati. La percentuale cambia al 44% entro 90 giorni dalla seconda dose, al 34% tra i 91 e 120 giorni e al 46% oltre 120 giorni dal completamento del ciclo vaccinale.
Dunque, l’analisi del rischio di reinfezione conferma che la reinfezione è maggiore tra non vaccinati o vaccinati con almeno una dose da oltre 120 giorni; nelle donne rispetto agli uomini. Ma anche nei soggetti con prima diagnosi di Covid notificata da oltre 210 giorni rispetto a chi ha avuto la prima diagnosi di Covid-19 fra i 90 e i 210 giorni precedenti;
Anche le fasce più giovani (dai 12 ai 49 anni) rischiano di riammalarsi di più rispetto alle persone con prima diagnosi in età compresa fra i 50-59 anni (verosimilmente attribuibile a comportamenti ed esposizioni a maggior rischio, rispetto alle fasce d’età over 60).