L’ombra di una setta, la paura per la fine del mondo e il desiderio di vivere in pace, questi i pensieri di una coppia di coniugi morti suicidi. Prima di morire una lettera lasciata per i figli a spiegare il gesto compiuto: “Vogliamo un mondo che ci offra nuove possibilità”
L’allarme è stato lanciato dal figlio della coppia che, non avendo notizie dei genitori da qualche giorno, si è insospettito. Li hanno trovati distesi l’uno accanto all’altro, morti suicidi. Sul comodino una lettera a spiegare quel gesto macabro e le parole rivolte ai figli: “Vogliamo trovare un nuovo luogo dove vivere in pace”.
La coppia di coniugi sessantenni, Stefania Platania (65 anni) e Paolo Neri (67) faceva parte di una setta nota come Ramtha. Il culto new age che si rifà al mito di un guerriero vissuto 35 mila anni fa. Gli adepti erano convinti che l’apocalisse fosse imminente e per questo motivo hanno deciso di farla finita insieme. Un racconto raccapricciante che s’insinua in vite, apparentemente, normali.
Morti suicidi, adepti di una setta si uccidono insieme | L’ultima lettera ai figli: “Vogliamo vivere in un mondo migliore”
Prima hanno scritto poche righe su un foglio di carta indirizzato ai figli e lo hanno riposto sul comodino della camera da letto. Poi, hanno messo in atto un antico rito: entrambi di fronte all’altra, con le pistole (legalmente custodite) in mano, si sono guardati negli occhi e hanno puntato la canna dell’arma in bocca. Un solo colpo e la fine della loro vita insieme su questa terra.
Li hanno trovati a terra in un bagno di sangue con le pistole accanto, uniti come sempre nella vita così come nella morte. I corpi sono stati trovati sabato sera dai vigili di Spinello, frazione di Santa Sofia, comune dell’Appennino forlivese.
Lui è Paolo Neri, lei Stefania Platania sessantenni di origine romana, vivevano in simbiosi da sempre. La coppia di coniugi condivideva tutto, anche lo stesso lavoro, Stefania era una centralinista, Paolo un usciere entrambi dipendenti del Senato della Repubblica.
Marito e moglie, ora in pensione, erano accomunati anche dal culto di Ramtha. Talmente affiatati e partecipi della setta da aver deciso, in passato, di lasciare la capitale e trasferirsi a Spinello. La scelta della località non è stato un caso poiché secondo i “fedeli” proprio quel piccolo comune, a detta di una profezia Maya, si sarebbe salvato dall’apocalisse attesa per il 21 dicembre 2012.
Così Paolo e Stefania si erano trasferiti al nord insieme a una settantina di altri adepti dove avevano acquistato diverse case attrezzandoli con un bunker sotterranei in vista della fine del mondo.
Ma per la vicenda dell’omicidio-suicidio, il comandante dei carabinieri di Meldola, Rossella Capuano, spiega che i coniugi da tempo si erano allontanati dalla setta. Dunque, quella tragica fine che sembrerebbe legata proprio a un rito antico, non combacerebbe.
Ad avvalorare la tesi della comandante anche un vicino di casa dei due che ha dichiarato che in particolare la Signora si era allontanata dal gruppo già da tempo.
Nella frazione del piccolo paese del culto new age Ramtha i cittadini sanno poco o nulla.
Come riporta Repubblica, secondo un’altra vicina di casa: “non esiste nessun legame con il suicidio, anche perché il gruppo cerca la salvezza non la morte”. Il sindaco di Santa Sofia, Daniele Valbonesi racconta scosso: “Nella frazione, in passato ci sono stati dei raduni ma niente che abbia creato problemi. Le case col bunker? Forse prima del 2012. In quanto ai due signori, erano parte attiva della comunità”.
Nel frattempo, gli inquirenti escludono problemi economici e di salute.