Azovstal è caduta, la resa degli ultimi resistenti del Battaglione Azov. I militari ucraini usciti dall’impianto sfilano davanti ai russi.
Dopo settimane di feroce resistenza è caduto l’ultimo baluardo di resistenza della cittadina portuale di Mariupol. Gli ultimi combattenti, asserragliati fino all’ultimo nei sotterranei dell’acciaieria Azovstal sono usciti dall’impianto siderurgico, ormai sotto il controllo delle Forze Armate russe.
Stremati, in fila uno dietro l’altro. Sui visi dei militari ci sono i segni della sofferenza di oltre due mesi di resistenza. Quella all’assedio delle truppe di Mosca. Tornano in superficie dopo settimane di bombardamenti, camminano in fila indiana, pronunciano nome e cognome, alzando il braccio per segnalare la presenza. Vengono perquisiti, spogliati dai soldati russi alla ricerca di simboli o segni di matrice neonazista. Svastiche, aquile del terzo Reich e simboli celtici. Sui corpi degli ultimi resistenti del Battaglione Azov c’è un po’ di tutto. Per dare forza alla narrativa di Mosca se l’intelligence russa dovesse individuare nel gruppo qualche neonazista potrebbe decidere di trattarlo diversamente rispetto agli altri prigionieri. Perché, stando a quanto ribadito dal Cremlino, l’Operazione speciale era stata lanciata soprattutto per denazificare l’Ucraina.
La caduta dell’Azovstal è stata fondamentale per il Cremlino. Una resa decisiva per la narrazione di Mosca perché tra i militari ucraini caduti nelle mani dell’Esercito russo c’è il comandante del Battaglione Azov. Quel Denys Prokopenko tanto odiato dai residenti di Mariupol per le numerose atrocità commesse, secondo il Ministero degli Esteri russo.
Adesso per Kiev sarà l’ora delle trattative per tentare uno scambio di prigionieri con Mosca. Oggi il Presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha spiegato che la “ripresa dei negoziati con la Russia dipenderà dal trattamento che Mosca riserverà ai difensori di Mariupol e dai risultati dello scambio di prigionieri che dovrà coinvolgere i combattenti del Battaglione Azov“.
Intanto Mosca fa sapere, tramite il negoziatore russo a capo della Commissione Affari Esteri della Duma Leonid Slutsky, che la Russia è disposta a considerare uno scambio di prigionieri tra alcuni combattenti del Battaglione Azov in cambio dell’oligarca, fedelissimo di Putin, Viktor Medvedchuk. Ora che è caduta anche Mariupol l’Esercito russo si concentrerà sul vero obiettivo dell’Operazione militare. La liberazione del Donbass.
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