Guerra in Ucraina, giorno 85. I negoziati di pace sono in stallo e anche l’Onu ha esortato Russia e Ucraina a riprendere il dialogo. Intanto sul campo la guerra prosegue. Almeno 12 persone sono state uccise durante il bombardamento sulla città di Severodonetsk, nell’est dell’Ucraina. Ormai è circondata. Kiev fa sapere di essere pronta al dialogo ma su quali basi si può trattare la pace. Al quotidiano online Free.it Olexiy Haran, professore di Politica comparata presso la National University of Kyiv Mohyla Academy (UKMA).
Le cancellerie europee e gli Stati Uniti sono in continuo contatto per cercare di risolvere la crisi ucraina. Il presidente ucraino Zelensky ha parlato con Boris Johnson, ha parlato con Berlino in merito ma non sta parlando con Vladimir Putin. E Vladimir Putin non sta dialogando con nessuno. Il capo del Cremlino sta continuando la sua occupazione, concentrata ora sul sud est dell’Ucraina. E i negoziati di pace sono in stallo. Ma in che modo potrebbero riprendere? Quali sono richieste e requisiti minimi per un accordo? Al quotidiano online Free.it Olexiy Haran, professore di Politica comparata presso la National University of Kyiv Mohyla Academy (UKMA).
Come pensa che andranno avanti i colloqui di pace?
“È molto difficile da dire, perché non è chiaro cosa i russi vogliono fare. I russi vogliono prendere il sud dell’Ucraina e infatti hanno già occupato Kherson. Ma ancora non abbiamo compreso se vogliono annetterle alla Russia o occuparle e portare gente a vivere. Sembra che sia una diretta annessione di territori russi all’Ucraina. Molto diverso da quello che è successo nel 2014 nel Donbass.
Mi spiego meglio: Il Donbass era stato occupato, certo, ma in un territorio dove c’erano i filorussi che lo volevano. Quindi, dobbiamo essere chiari: non era un’annessione, era una liberazione. Questo caso è diverso. È una diretta annessione alla Russia del territorio ucraino. Quindi come si può negoziare in una situazione simile? Io me lo chiedo.
E pongo la stessa a domanda a te. Agli italiani. Come negozieresti se una parte del vostro Paese è occupato con la forza da una potenza straniera che la reclama come propria? Se la pace dipendesse da questo tu saresti d’accordo a cedere due, tre regioni? E gli altri Paesi come la prenderebbero?”
Kiev cosa potrebbe accettare?
“Il punto è che Putin si sta comportando come Stalin e sta portando avanti un progetto di occupazione e annessione. Vuole occupare parte di territori sovrani. L’Ucraina è pronta per un compromesso. La Russia si deve ritirare oltre la linea tracciata il 24 febbraio e il governo è pronto a negoziare parte del Donbass e parte della Crimea, cioè i territori separatisti.
Inoltre, l’Ucraina ha iniziato una discussione per valutare i livelli di sicurezza della nazione pur rimanendo fuori dalla Nato. Noi stiamo negoziando. Ma vogliamo garanzie certe, in primis dalla Russia e poi anche dagli altri Paesi. Vere certezze, non come quelle del memorandum di Budapest”.
Le trattative stanno fallendo per colpa di Zelensky o di Putin?
“Queste sono le richieste ucraine e non è vero che trattativa è fallita per colpa di Kiev. È Mosca che ha interrotto il dialogo perché nel frattempo sta continuando la sua annessione. Non con buona fortuna ovunque, ma sta continuando. Quindi, ritorno alla domanda. Cosa stiamo negoziando? L’annessione del territorio ucraino alla Russia?”
Cosa pensano gli ucraini dei negoziati, sono più arrabbiati o sono più desiderosi di pace?
“No, non sono desiderosi di pace. A questo punto della guerra, 90% delle persone sono favorevoli all’ingresso nell’UE, il 74% favorevole ad entrare nella Nato. 78% non considera possibile qualunque dialogo con la Russia. Riguardo ai negoziati, la gente sono favorevoli sono se si parla di corridoi umanitari per l’evacuazione e per scambio dei prigionieri, per il supporto umanitario. Non per il resto”.
Gli ucraini vogliono vincere la guerra?
“La gente non vuole vincere la guerra, vuole che i suoi territori nazionali vengano liberati. La gente sa che se non c’è un reale cambio di strategia da parte della Russia, non ci può essere pace. Nel 2014 gli ucraini hanno accettato con dolore la nuova situazione, con i filo-russi che si sono dichiarati indipendenti e il resto. Ok. Lo abbiamo accettato. Ma Putin ha cominciato una nuova guerra, perché vuole di più e di più e non si fermerà. E la gente lo capisce”.
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