La guerra in Ucraina è in continua evoluzione e adesso a preoccupare è anche il destino dei 260 soldati dell’acciaieria Azovstal: le versioni dei due Paesi sono contrastanti. Cosa potrebbe accadere e quali sarebbero le conseguenze.
Il conflitto procede e anche le scelte di carattere diplomatico potrebbe rappresentare una novità importante. A tal proposito, infatti, Vladimir Putin starebbe pensando di uscire con la Russia da organizzazioni come Oms (Organizzazione mondiale della sanità) e Organizzazione mondiale del Commercio (Wto). Proprio il vicepresidente della Duma, Piotr Tolstoy, ha inviato un elenco di accordi già ratificati in ottica ritiro.
I russi conquistano Mariupol e provano ad avanzare in altri luoghi dell’Ucraina, ma la resistenza c’è ed è forte nella zona orientale del Paese. Intanto Vyacheslav Gladkov, governatore della regione di Belgorod, ha parlato di alcune bombe esplose oltre i confini russi. Al momento si parla di un ferito in maniera lieve, nessuna vittima accertata.
Sono oltre 260 i soldati ucraini che si sono arresi dopo diverse settimane di resistenza all’interno dell’acciaieria Azovstal di Mariupol. La Russia ha intanto comunicato che i militari ucraini saranno interrogati. A riportare la notizia è l’agenzia Tass. Il viceministro della Difesa ucraino, Hanna Maliar, aveva parlato di uno scambio di prigionieri, ma diversi funzionari russi hanno dichiarato che potrebbero essere processati, così come addirittura giustiziati.
Nel frattempo il difensore civico per i diritti umani in Ucraina, Lyudmyla Denisova, ha dichiarato che l’esercito russo starebbe trattenendo circa 3mila civili di Mariupol nell’ex colonia penale di Donetsk. Fra loro ci sarebbero anche 30 volontari giunti nel Paese per portare aiuti umanitari.
L’ultimo aggiornamento dell’intelligence del ministero della difesa britannico ha parlato di nuovi dettagli sul fronte bellico. Sarebbero diversi i problemi delle risorse dell’esercito russo in Ucraina. “Probabilmente stanno contribuendo a un comando disunito che continua a ostacolare le operazioni della Russia“, si legge nella nota ufficiale riportata su Twitter.
Parte intanto da Kiev il primo processo per crimini di guerra. Imputato un soldato russo accusato della morte di un civile disarmato. A comparire davanti a un giudice sarà Vadim Shishimarin, militare 21enne, indagato per la morte di un uomo lo scorso 28 febbraio. Dovrà comparire davanti al tribunale distrettuale di Solomyansky.
Volodymyr Zelensky ha comunque parlato nel consueto videomessaggio notturno. Analisi su ciò che sta accadendo in Ucraina e sguardo rivolto verso ciò che sarà. “Continuo a raccogliere il più grande pubblico internazionale possibile per l’Ucraina. Per sostenere il nostro stato a tutti i livelli. E per fare pressione sulla Russia a tutti i livelli. Informazione, pressione diplomatica e culturale è ciò di cui abbiamo bisogno. Affinché, come nei giorni della Seconda guerra mondiale, la lotta per la libertà possa affidarsi in particolare al potere dell’arte“, commento il presidente ucraino.
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