Guerra in Ucraina, giorno 75. Era il giorno del discorso di Putin in occasione della grande guerra patriottica, dopo la fine della Seconda guerra mondiale. C’era molto attesa per le parole di Putin e anche l’Unione Europea ha aspettato di capire cosa dicesse, prima di procedere con ulteriori sanzioni. Ma, alla fine, nel suo discorso Putin non ha annunciato niente di clamoroso. Al quotidiano online Free.it Gianluca Pastori, docente di relazioni internazionali e analista dell’Ispi.
Non ci sono stati grossi attacchi all’Occidente nel discorso di oggi di Vladimir Putin. Solo molta propaganda ma con toni pacati, quasi a voler distendere gli animi. Niente di quanto gli analisti avevano immaginato e preannunciato. Eppure, nelle frasi del capo del Cremlino si può individuare qualche nota inattesa, qualcosa che questa “operazione militare” ha comportato per la Russia. Cosa ha detto Putin? E a che punto è la guerra? Al quotidiano online Free.it Gianluca Pastori, docente di relazioni internazionali e analista dell’Ispi.
Cosa ne pensa del discorso di Putin?
“Abbiamo sentito argomenti noti riadattati al contesto della guerra in Ucraina. Putin ha parlato di una guerra difensiva, come lo era la grande guerra patriottica. Di una guerra prodotta da un attore esterno. Il riferimento è alla Nato, ma ancor più agli Stati Uniti. Abbiamo sentito di una guerra fatta per difendere la Russia e la sua identità da qualcuno che questa identità la vuole cancellare. Quindi, di fatto, nulla di nuovo”.
C’è un passaggio che l’ha colpita?
“Mi ha colpito il fatto che Putin abbia parlato dei familiari delle vittime. Ha detto che il Paese non abbandonerà i parenti dei morti. Questo mi sembra un modo di andare incontro a un timore che probabilmente è diffuso. Cioè, il malcontento per i tanti decessi. E , quindi, ci dice qualcosa su come le perdite abbiano toccato un livello non previsto. E di cui si inizia a parlare in Russia”.
Secondo lei quali sono le reazioni possibili della Nato ora?
“Non credo che ci saranno particolari reazioni a questo discorso, tanto più che è stato fiacco. Non sembra aver innovato nulla rispetto ai rapporti. Mi sembra che, almeno sul piano militare, si sia giunti a uno stallo.
Molti osservatori pensavano che oggi Putin annunciasse un cambio di strategia, un cambio di passo. Ci si aspettava chissà che, ma in realtà, nulla è stato detto”.
E infatti, gli analisti avevano previsto annunci importanti…
“Qualcuno aveva ipotizzato che nel discorso di oggi, Putin avrebbe annunciato la “missione compiuta”. Ma anche in questo caso la Russia è ben lontana da aver raggiunto un qualche risultato. Anche l’ipotesi di un possibile annuncio di disimpegno non si è avverata. Quindi, alla fine dei conti, questo discorso di Putin non ha spostato nulla. Né dalla parte russa, né in quella che potrà essere la risposta della Nato”.
Quindi la partita è ferma?
“A mio modo di vedere sì. Teniamo conto che comunque qualche segnale diplomatico nelle scorse settimane c’è stato. Dei tentativi di negoziato ci sono stati e non è detto che siano completamente chiusi. La diplomazia molto spesso lavora sott’acqua, i segnali non sono sempre evidente.
Ma sicuramente sul piano militare si è arrivati a una situazione di stallo. Vedremo cosa succederà nelle prossime settimane, ma temo che si continuerà con questo andamento”.
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