Sono tre le persone che, alla fine delle indagini, sono accusate dell’omicidio di Laura Ziliani. La vigilessa di Temù, paesino vicino Brescia era sparita nel marzo del 2021. Il suo corpo era stato ritrovato solo due mesi dopo, abbandonato sulle sponde del fiume Oglio.
Dopo un lungo lavoro degli inquirenti, la procura di Brescia ha accusato di omicidio volontario e occultamento di cadavere tre persone. Le figlie di Laura, Silvia e Paola Zani, e Mirto Milani, marito della maggiore, nonché amante della minore.
“L’hanno drogata e soffocata. E’ stato un trio diabolico”. E’ scritto così nel fascicolo di chiusura delle indagini presentato dalla sostituto procuratrice di Brescia, Caty Bressanelli. A far luce sulle ultime ore di Laura Zani è stata soprattutto la perizia del medico legale. Durante l’autopsia, infatti, nel corpo della donna sono state trovate forti dosi di benzodiazepine.
In particolare di Bromazepam e Delorazepam, che hanno forti proprietà ipnotiche e miorilassanti. Secondo il professore Andrea Verzelletti, capo del team per l’autopsia, i farmaci avrebbero sicuramente prodotto sonnolenza. Ma soprattutto “torpore, ridotta capacità di movimento e in generale di reagire a insulti lesivi esterni“.
I farmaci non servivano per ammazzare la donna, come ha spiegato il medico legale. Ma solo per renderla inoffensiva e per non farla divincolare durante l’assassinio vero e proprio.
Omicidio Laura Ziliani, chiuse le indagini sulla morte della vigilessa | “Soffocata con un sacchetto di plastica”
Sul corpo della donna, infatti, non sono stati riscontrati né contusioni né ferite da difesa. Non si è riuscita a difendere quando tutti e tre o una sola persona del trio l’ha soffocata, forse con un sacchetto di plastica.
Il trio avrebbe deciso di uccidere Laura Ziliani per mettere le mani sul suo patrimonio. Senza liti o discussioni, le sorelle e l’uomo di entrambe l’hanno soffocata tra il 7 e l’8 maggio nella sua casa di Temù. E dopo avrebbero portavo il cadavere fino alla riva del fiume, dove lo avrebbero seppellito. Il corpo di Laura è riaffiorato per caso sulle sponde dell’Oglio ed è stato subito identificato. I tre sono in carcere e non hanno mai voluto parlare. Ora saranno rinviati a giudizio.