Dal carcere di Monza dove si trovava, Alessandro Maja, l’architetto che ha ucciso moglie e figlia e ridotto in fin di vita il figlio maggiore. E’ stato trasferito nel reparto di psichiatria dell’ospedale monzese. Salta quindi l’interrogatorio di garanzia. Alcune nuove rivelazioni del nonno della vittima 16enne fanno venire i brividi.
È saltato l’interrogatorio di garanzia di Alessandro Maja davanti al gip Luisa Bovitutti, arrestato per avere ucciso moglie Stefania e la figlia 16enne Giulia, oltre ad aver ferito gravemente il figlio maggiore.
A riferirlo alcune fonti dei Carabinieri, che hanno specificato che l’uomo è stato ricoverato: “per valutare le sue condizioni psico fisiche“. Il geometra di 57 anni, era stato trasferito ieri dall’ospedale di Monza al carcere della città. Alle domande del pm Carlo Alberto Lafiandra mercoledì non aveva però risposto. Non una parola sull’insano gesto che aveva compiuto. Le uniche parole pronunciate ieri mattina, nel tragitto dall’ospedale dov’era ricoverato per le ferite che si era inferto con un trapano elettrico e un coltello, verso il carcere dove era atteso per essere nuovamente interrogato: “sono un mostro” ripeteva in continuazione. In serata gli avvocati dell’uomo, Enrico Milani e Sabrina Lamera hanno però comunicato di essere stati informati di un ulteriore trasferimento dell’uomo.
I legali hanno poi spiegato che le sue condizioni psichiche dell’indagato sarebbero ‘incompatibili con il carcere, confermando che l’uomo si trova al momento nel reparto di psichiatria dell’ospedale di Monza. Di conseguenza l’interrogatorio di garanzia del 57enne, verrà rinviato a quando Maja sarà in grado di parlare. Secondo quanto si apprende dalle prime indagini dei Carabinieri di Varese, coordinati dalla procura di Busto Arsizio, Maja era da sempre stato un uomo molto attento al denaro. Nelle ultime settimane però, il suo attaccamento ai soldi aveva preso un’altra piega. Era ossessionato dal timore di non averne più, di fallire e finire in bancarotta.
Madre e figli uccise, Alessandro Maja non parla. Le rivelazioni del nonno
Il nonno materno, Giulio, alle telecamere di Pomeriggio Cinque aggiunge altri elementi importanti, aveva raccontato che la nipote Giulia gli aveva confidato che la notte prima del massacro, sarebbe successo qualcosa di strano.
“Papà è venuto sul mio letto e mi ha chiesto scusa“. aveva rivelato la 16enne. Il nonno ha anche aggiunto che Maja “era cambiato radicalmente negli ultimi tempi e parlava poco“. Anche il fratello di Stefania, la moglie uccisa, Mirko Pivetta, ha riferito che “non era più lo stesso, si isolava e non parlava con nessuno“. Ora gli investigatori stanno cercando di capire i motivi di questa recente ossessione. Finora non sono emersi problemi economici o debiti della famiglia che potessero giustificarlo.
Tutta la città è in stato di shock. I compagni di classe di Giulia, ieri hanno portato a scuola un mazzo di fiori, “i più colorati”. Nella villetta di Samarate sono stati posti due lumini per ricordare le due vittime e una pianta come simbolo di speranza per Nicolò che ora sta lottando tra la vita e la morte. “Vi rendete conto di quello che mi hanno fatto? Me l’ha massacrata” sono state le parole di disperazione di Ines, la mamma di Stefania. Intanto sono attese per domani le autopsie sui corpi della figlia e della moglie. Gli amici di quest’ultima, la attendevano proprio domani al mercatino di San Salvatore a Malnate, dove da anni la donna vendeva i suoi lavori fatti a maglia.
Madre e figlia uccise, il ricordo di chi le conosceva
“La postazione che aveva prenotato la lasceremo vuota, se qualcuno vuole portarle un pensiero, un fiore, a lei non dispiacerebbe” scrivono. La donna, casalinga, si era ritagliata questo spazio. Anche forse per avere un’indipendenza economica visto il regime, descritto come molto austero, che il marito, dal quale lei, si dice, volesse separarsi, applicava alla famiglia. “La conoscevo bene, era una persona bellissima, solare. Ultimamente quando le chiedevo come stesse, alzava gli occhi al cielo e diceva ‘lasciamo perdere’, poi ti racconto, poi ti dico“. Ricorda Alessandro Di Giacomo, il gestore del mercatino. Ma non c’è stato tempo per farlo.