Al sessantaseiesimo giorno di guerra in Ucraina, non si vedono spiragli che possano far pensare a una soluzione in tempi rapidi. Anzi, sul campo e sul piano geopolitico sembra che le cose si siano un po’ arenate. Vanno avanti solo dimostrazioni belliche e provocazioni. “Abbiamo bisogno anche di una via diplomatica”. A dirlo, in una intervista al Corriere della Sera, è Jeffrey Sachs consigliere economico di Mikhail Gorbaciov nel 1991 e di Eltsin nel 1992-93.
Secondo l’economista statunitense, l’impasse è dovuta a una mancanza di chiarezza degli obiettivi per arrivare a un accordo. “Negoziare la pace è possibile, sulla base dell’indipendenza dell’Ucraina e escludendo che aderisca alla Nato”.
“Il grande errore è credere che la Nato sconfiggerà la Russia”. Ha detto Jeffrey Sachs. “Difficile capire cosa significhi sconfiggere la Russia, dato che Vladimir Putin controlla migliaia di testate nucleari”. E poi ha aggiunto Sachs, “I politici americani hanno un desiderio di morte? Conosco bene il mio Paese. I leader sono pronti a combattere fino all’ultimo ucraino. Meglio fare la pace che distruggere l’Ucraina in nome della sconfitta di Putin“.
Secondo l’economista statunitense, che però conosce molto bene la mentalità russa, alcuni obiettivi di Mosca ovviamente sono inaccettabili. Però sono chiari e, volente o nolente, è con quelli che l’Occidente deve fare i conti. Per l’esperto, non si può, in pratica, fare muro contro muro senza cercare uno spiraglio. E cercare uno spiraglio significa dover per forza cedere su qualche punto. Ma su quale? “Per salvare l’Ucraina dobbiamo porre fine alla guerra, e per porre fine alla guerra abbiamo bisogno di un compromesso in cui la Russia si ritira e la Nato non si allarga”, spiega Sachs.
Il professore aggiunge poi una ulteriore nota d’analisi. “Bisogna fare la pace, ammettendo che siamo nel pieno di una guerra per procura tra due potenze espansioniste.
Guerra in Ucraina, economista Sachs sugli errori USA | “Europa favorisca l’accordo per evitare…”
La Russia e gli Stati Uniti. Non per nulla al di fuori degli Stati Uniti e dell’Europa, pochi Paesi sono schierati con l’Occidente su questo. Giusto gli alleati degli Stati Uniti come il Giappone e la Corea del Sud. Gli altri vedono all’opera la dinamica delle grandi potenze”, ha spiegato ancora Sachs.
L’economista ha poi parlato anche dell’Europa e di come dovrebbe, a suo avviso, agire in questo momento. “L’Unione europea dovrebbe muoversi in modo molto più deciso per favorire un accordo di pace. Un embargo totale su petrolio e gas probabilmente getterebbe l’Europa in una recessione. Non lo consiglio. Non cambierebbe in modo decisivo l’esito della guerra e non influirebbe molto su un accordo di pace, ma danneggerebbe l’Europa pesantemente”, ha detto l’economista.