Si chiama Nomade Digitale 2.0 ed è la nuova figura professionale che negli ultimi periodi sta spopolando nel mondo. L’identikit del professionista tipico è a metà strada tra un turista e un lavoratore
Un trend in continua escalation quello del Nomade Digitale 2.0. La nuova figura professionale a metà tra un turista e un lavoratore era già noto prima dell’inizio della pandemia, nel 2020.
Oggi, le statistiche ufficiali danno il Nomade Digitale in costante aumento, raggiungendo picchi di oltre 35 milioni di professionisti in tutto il mondo. Ma cosa si conosce in merito a questa nuova categoria di lavoratori?
Nomade Digitale, la figura professionale che sta spopolando | L’identikit del lavoratore tipico
Il classico Nomade digitale ha un grado di studi elevato, equamente diviso tra uomini e donne e con il grande sogno di lavorare viaggiando. Queste sono i tratti tipici della nuova figura categoria di lavoratori a metà strada tra un turista e un professionista.
Un trend in forte espansione che già prima del 2020 esisteva ma che la pandemia ha solo accelerato. Alberto Mattei, presidente dell’associazione italiana nomadi digitali, ha divulgato i dati inerenti il Secondo Rapporto sul Nomadismo Digitale in Italia all’Ansa.
“Nel corso della pandemia negli Usa il numero dei nomadi digitali è raddoppiato e statistiche non ufficiali contano 35 milioni di nomadi digitali nel mondo. Se pensate, però, a questa figura professionale come il ventenne freelance con lo zainetto in spalla siete fuori strada”.
L’identikit professionale del nomade digitale in Italia presenta un’età media intorno ai 37-40 anni. All’estero, il lavoro da remoto e digitale è maggiormente diffuso, per questo motivo, la figura professionale rientra in un range più giovanile.
Per quanto riguardo il genere sessuale, non ci sono grandi differenze, anzi, il 54% dei professionisti sono donne. Mattei, prosegue, spiegando:
“La maggior parte sono dipendenti o collaboratori di aziende. E lavorano principalmente nel mondo della comunicazione, marketing e information tecnology”.
La nuova categoria di professionisti 2.0 | Statistiche lavorative
Dal Rapporto sul Nomadismo Digitale in Italia presentato da Alberto Mattei, le statistiche attestano che il 43% dei Nomadi Digitali nel nostro Bel Paese preferirebbe andare nelle regioni del sud e nelle isole.
Quasi la totalità degli intervistati (93%) ha dichiarato di essere disponibile anche a soggiornare in piccoli comuni o aree marginali.
Mentre, per ciò che riguarda gli ostacoli inerenti a tale lavoro, secondo il Country Manager di Airbnb Italia, Giacomo Trovato:
“Il 65% degli intervistati cita internet, il 61% il costo della vita ma il 40% anche le attività culturali da vivere sul territorio”.
“A livello globale stiamo assistendo a una grandissima ripresa e crescita dei soggiorni a lungo termine. La percentuale di notti prenotate su Airbnb all’interno di soggiorni di almeno quattro settimane è stata del 22%, in crescita rispetto al 16% del 2019, anno pre pandemico”.