Parla il figlio di Sergey Protosenya, l’oligarca russo morto che ha massacrato la famiglia il giorno di Pasqua: “Non credo alla tesi secondo cui mio padre le avrebbe uccise”. Ecco i dubbi nati sul caso
La tesi dell’omicidio-suicidio della famiglia dell’oligarca russo, ex presidente di Novotek, Sergey Protosenya, non convince il primogenito scampato alla strage familiare che dichiara di non credere al massacro avvenuto per mano del padre. “Non so cosa è accaduto quella notte, ma so che mio padre non le ha colpite”.
Il caso della famiglia russa massacrata dal capofamiglia non è il primo avvenuto da quando è iniziato il conflitto in Ucraina. La brutta fine di alcune famiglie oligarche alza molti sospetti sulle morti avvenute.
Le ultime notizie di cronaca riferiscono di drammi di famiglie facoltose russe uccise per mano dai capofamiglia. L’ultimo caso è quello di Sergey Protosenya, ex magnate del gas russo Novotek, trovato impiccato nel giorno di Pasqua nella sua villa in Spagna accanto ai corpi della moglie e della figlia, massacrate a colpi d’ascia.
Per gli investigatori si tratta di un caso di omicidio-suicidio ma per Fedor Protosenya, primogenito di Sergey non è affatto così. “Mio padre non è un assassino”. Aggiungendo che la sua famiglia è stata assassinata da qualcuno che sta nell’ombra.
Come riporta anche il corriere, Fedor spiega il motivo per il quale il papà non avrebbe mai ucciso la moglie e la figlia diciottenne: “Amava mia madre e soprattutto mia sorella. Lei era la sua principessa e lui non avrebbe mai fatto loro del male”.
Il 22enne figlio primogenito dell’oligarca è salvo dal massacro familiare solo perché il giorno di Pasqua si trovava nella casa di famiglia a Bordeaux, in Francia e non in Spagna con il resto della famiglia.
I dubbi sull’omicidio-suicidio sono diversi secondo Fedor. Anzitutto l’assenza da parte dell’ex magnate russo di alcun biglietto d’addio. Altra stranezza riguarda le impronte digitali: nessuna rilevata sulle armi usate da Sergey per commettere i due omicidi. Infine, la mancanza di tracce di sangue sul corpo dell’oligarca e il “segreto investigativo” che la polizia spagnola ha usato come “scusante” per non rivelare i dettagli dell’autopsia condotta sul corpo delle tre vittime avvenuta lo scorso weekend.
Non è solo il figlio dell’oligarca morto a non credere alla versione dell’omicidio-suicidio. A dare ragione a Fedor anche Antoly Timoshenko, amico storico della famiglia Protosenya che ha riferito al Mail Online: “Sergey non lo ha fatto, non ha ucciso la sua famiglia, è impossibile. Non voglio discutere di cosa potrebbe essere successo in casa quella notte, ma Sergey non è un assassino.
Anche Roman Yuravih, altro amico di famiglia, ha espresso il suo parere sulla strage: “Conoscevo Sergey da dieci anni, era un uomo felice, amava la sua famiglia. Non ha ucciso nessuno, ne sono sicuro”.
Il mistero sul caso resta e diventa sempre più fitto. Saranno una mera coincidenza le morti russe dei magnati o sotto c’è altro?
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