In queste ore diverse imbarcazioni sono in difficoltà nel Mediterraneo Centrale. E si sono consumate altre due tragedie, con numerose vittime. Tra loro anche un bambino piccolo. A lanciare l’allarme è la Ong Alarm Phone.
C’è stato un naufragio al largo della Tunisia. La Ong Alarm Phone ha fatto sapere che si è consumata l’ennesima tragedia nel Mediterraneo, dove è affondato un bachino con a bordo numerosi migranti.
Il naufragio è avvenuto a poche miglia da Sfax, al largo della costa della Tunisia. Per ora sono state salvate solo tre persone e sono stati recuperati quattro corpi. Ma non è chiaro quanti siano i dispersi. Secondo il racconto confuso dei naufraghi, che sono stati portati in ospedale, a bordo c’erano decine e decine tra uomini e donne.
“Basta morti in mare, c’è bisogno di rotte sicure e di abolire il regime dei confini dell’Unione europea”, ha scritto sui social Alarm Phone. Da anni, ormai, la Ong monitora il mar Mediterraneo e riceve le richieste di soccorsi di migranti che si trovano in difficoltà. Quello denunciato è solo l’ultimo naufragio in ordine di tempo.
Migranti, naufragi Mediterraneo: otto corpi recuperati, anche un bambino
Ieri, infatti, un altro gommoncino sgonfio si è ribaltato al largo della città libanese di Tripoli, a circa 85 chilometri a nord da Beirut. Ci sono stati molti morti, tra cui un bambino.
Lo ha confermato il ministro dei Lavori pubblici e Trasporti del Libano, Ali Hamie. Quarantacinque sono le persone che sono state recuperate dal mare mentre per ora sono otto i cadaveri ritrovati tre le onde.
Intanto, in queste ore c’è un’altra imbarcazione in difficoltà. La situazione è monitorata da un drone di Frontex e Alarm Phone lancia la richiesta di soccorso. “Dicono che hanno le gambe congelate perché l’acqua sta entrando nella barca. Le autorità sono state informate dall’una di notte ma i soccorsi non sono ancora in vista”. L’imbarcazione è alla deriva a circa 30 miglia da Lampedusa.