Oggi è la Giornata della Terra, una celebrazione del globo che si svolge dal 1970 in 193 Paesi. Ogni anno il tema è diverso è per questo 2022 lo slogan è “investire nel nostro Pianeta”. Mai come quest’anno la Giornata della Terra è importante. L’attenzione è focalizzata proprio su quegli investimenti pubblici, ma soprattutto privati, che devono assolutamente accelerare il cambiamento del nostro stile di vita. Cosa bisogna fare? Qual è la reale percezione del problema climatico? Al quotidiano online Free.it la giovane attivista per il clima Federica Gasbarro.
Da qualche anno, spinti da Greta Thumberg, sono i giovani i principali pilastri del movimento ecologista nel mondo. I Fridays for Future sono diventati una spina nel fianco dei leader del mondo, che parlano e parlano. Ma non concretizzano nessuna delle promesse. Ma il tempo sta per scadere e nella Giornata della Terra è una occasione preziosa per riportare l’attenzione sui cambiamenti climatici drastici che stanno avvenendo. E soprattutto per spingere gli investimenti necessari per avviare un cambiamento. Al quotidiano online Free.it la giovane attivista per il clima Federica Gasbarro.
Qual è il tuo messaggio?
“L’essere umano è talmente arrogante da continuare a pensare di poter fare qualunque cosa. E a morire, a distruggersi e distruggere il nostro pianeta. In realtà il vero danno lo stiamo facendo alla specie umana che se la passerà parecchio male nei prossimi anni. Quindi la Giornata della Terra non d’essere la celebrazione di un solo giorno. Dev’essere tutti i giorni, è una dichiarazione d’amore quotidiana per il nostro pianeta, che ci dà la vita. Ma è soprattutto una speranza di vita per la nostra specie”.
Voi ragazzi siete stati i primi a dare una svegliata ai leader del mondo. Cosa si deve fare ora?
“Bisognerebbe partire dallo stop alle fonti fossili in maniera assoluta. La politica dei piccoli passi non ci ha portato da nessuna parte ed essendo fuori tempo massimo, continuerà a non portarci da nessuna parte. E’ necessario prendere in mano la situazione con serietà e velocità, come non è mai stato fatto in precedenza. Investire davvero sulle fonti alternative e finanziare progetti innovativi”.
Soprattutto le giovani generazioni sono molto preoccupate per il cambiamento climatico, c’è quasi angoscia. Però sembra che ancora non sia un problema davvero percepito da tutti come un’emergenza. E’ così?
“Sì, sottovalutano, ignorano. Tanti, invece, applaudono i FFF quando scioperano in strada ma poi continuano imperterriti con quei comportamenti negativi. Il punto è uno solo. Non è che bisogna ascoltare i giovani o la scienza. Visto che si vuole parlare di numeri, allora parliamo di numeri.
Fino a poco tempo la transizione ecologica era una opportunità, oggi è un qualcosa che fa la differenza sul mercato. Anche se la persona X non ci crede, oggi l’economia va verso una direzione ambientalista. Ci vorrà tempo e noi tempo non ne abbiamo. Ma a un certo punto sono fiduciosa che ci sarà la svolta”.
Quali sono i prossimi appuntamenti?
“Ce ne sono tantissimi. Prima di tutto ci sarà un altro incontro di Youth for Climate, l’evento che ha radunato 400 giovani a Milano lo scorso anno. E’ stato l’evento principale di Cop26 nel quale io e un altro ragazzo siamo stati delegati italiani. Poi ci saranno ancora scioperi per il clima. Ma il vero appuntamento è tutti i giorni. Nelle nostre vite quotidiane. Dobbiamo informarci e informare chi è attorno a noi sui cambiamenti climatici e sui comportamenti da seguire”.
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