E’ “Investiamo nel nostro pianeta” il tema della 53esima Giornata della Terra che si celebra oggi. I segnali c’erano tutti già da tempo, ma li abbiamo ignorati. Ora ci sono sintomi e prime gravi conseguenze del cambiamento climatico. Il tempo ormai è scaduto ed è necessario agire subito con interventi specifici. Ma soprattutto con la consapevolezza che ognuno di noi deve fare la sua parte. A Free.it Gianmaria Sannino, climatologo dell’Enea, l’Ente nazionale per l’energia e l’ambiente.
I climatologi delle Nazioni Unite stanno da tempo lanciando un allarme. La Terra sta male. Secondo l’ultimo rapporto Ipcc è necessario abbassare “la febbre della Terra a +1,5 gradi rispetto al periodo preindustriale”. Ma come? Gli effetti dei cambiamenti climatici sono sotto gli occhi di tutti. Eppure si continua a investire in fonti fossili mentre i finanziamenti per le energie pulite restano bloccati. Quali sono i problemi? E cosa possiamo fare? A Free.it Gianmaria Sannino, climatologo dell’Enea, l’Ente nazionale per l’energia e l’ambiente.
Qual è la situazione climatica oggi?
“Il clima è il grande problema della terra. Lo abbiamo già modificato e il problema è che l’andamento è al peggioramento. Modificare il clima per l’uomo non era semplice, eppure ci siamo riusciti. Inizialmente non lo sapevamo, le informazioni scientifiche a nostra disposizione non erano così dettagliate. Quindi poteva essere una scusa. I primi veri rapporti risalgono agli anni 70 e si sapeva a cosa si stava andando incontro. C’erano delle avvisaglie. Oggi sappiamo tutto, sappiamo che abbiamo modificato il clima in maniera pesante e dobbiamo fare qualcosa”.
La situazione è molto grave?
“L’ultimo rapporto dell’Ipcc è abbastanza sconvolgente. Dice che per ritrovare una temperatura come quella attuale, dobbiamo andare indietro di migliaia di anni. E per ritrovare la stessa quantità di Co2 bisogna di andare indietro di centinaia di migliaia di anni. Questo ci deve far riflettere, perché la terra si ritrova ad avare 1 grado e mezzo in più. E’ poca roba se non lo contestualizziamo. Ma se lo contestualizziamo, invece, è un problema enorme”.
Cosa ha prodotto quel grado centigrado?
“Abbiamo dovuto fornire una quantità di calore immenso per arrivare a fare salire la temperatura di 1 grado e mezzo. Per avere un’idea, basta pensare a quanto tempo devo tenere accesa una stufetta per far salire di un grado la temperatura del bagno. Poco. Se con la stessa stufetta devo scaldare l’intero appartamento ci vuole molto di più. Ancor di più se voglio far salire la temperatura a tutto il condominio. Pensate per la terra. Abbiamo fornito una quantità di energia e di calore incredibilmente alta. E questo ha modificato il clima”.
Gli effetti già ci sono, no?
“Certo, gli effetti ci sono eccome. Abbiamo le calotte polari che si stanno sciogliendo, il livello del mare è salito rispetto al 1860 di 25 centimetri che non sono niente, ma che invece sono tantissimi. E che fanno una grossa differenza per quelle aree che si trovano già sul livello del mare. Pensate a Venezia.
Giornata della Terra, il climatologo Gianmaria Sannino a Free.it “I nostri i figli vivranno in un clima diverso”
L’altro effetto è l’intensificazione degli eventi estremi. Questo è quello che sta avvenendo adesso ma non sarà nulla rispetto a quello che accadrà in seguito se non invertiamo il meccanismo. Il mondo che vivranno già i nostri i figli sarà diverso da quello che conosciamo. Vivranno in un mondo con un sistema climatico differente e molto complesso”.
Cosa si deve fare adesso?
“Le ricette sono state già scritte. Bisogna lavorare a 360° partendo dalla riduzione di anidride carbonica. Bisogna agire, ad esempio, anche sulla crescita della popolazione mondiale. E sull’istruzione in quelle aree della terra che già stanno subendo mutamenti. C’è tutto il discorso dell’efficienza energetica. Bisogna attuarla, non basta parlarne. Bisogna pensare a un trasporto intelligente, magari elettrico.
E bisogna andare davvero importanza alla transizione energetica, cioè andare verso un mondo con un’emissione di carbonio ridotta di molto. Il bilancio dovrebbe essere pari a 0 entro il 2050. La transizione energica è diventata una sorta di slogan, un must che vorremmo subito. Anche perché adesso le forniture di gas non sono più facili come un tempo. Ma era necessario investire molto tempo fa. E adesso bisogna correre davvero. Le ricette ci sono, mettiamole in pratica. La transizione energetica è già alla nostra portata”.