Si accende la bufera tra Djokovic e la decisione di Wimbledon di escludere dai giochi gli atleti russi e bielorussi. La denuncia del campione serbo: “Una decisione folle, il divieto imposto è da pazzi”
Non giocheranno il prossimo torneo in programmazione dal 27 giugno al 10 luglio a Wimbledon. La decisione shock arrivata recentemente di escludere dal campo tutti gli atleti russi e bielorussi ha alzato diverse polemiche.
Tra i tanti, il numero uno del Tennis, Novak Djokovic che, infuriato, ha espresso la sua opinione: “Condannerò sempre la guerra, non la sosterrò mai essendo io stesso figlio della guerra in Jugoslavia. I tennisti, gli atleti però non c’entrano nulla con la guerra. Quando la politica interferisce con lo sport, il risultato non è buono”.
Non solo il serbo Djokovic ha espresso il suo punto di vista in merito alla decisione molto discutibile di escludere i giocatori russi e bielorussi da Wimbledon, anche Atp e Wta hanno parlato apertamente di “discriminazione”.
Dello stesso parere la ceca Martina Navratilova che ha detto: “Non credo che sia la cosa giusta da fare. Sebbene gli ucraini siano le vittime di questa guerra, bandire i giocatori russi e bielorussi li rende a loro volta vittime”.
Ospite a Radio Capital, l’ex tennista Corrado Barazzutti ha confermato, così come riporta Repubblica: “Credo sia discutibile la scelta di penalizzare i giocatori bielorussi e russi. Gli atleti non c’entrano nulla con questa guerra, anzi i tennisti russi hanno preso posizione contro la guerra. Gesto importante considerato le reazioni che ha il governo russo. Lo sport deve mandare messaggi forti ma può farlo in modi diversi, senza penalizzare gli atleti. Per Wimbledon poteva essere imbarazzante, vista la posizione forte del governo inglese contro Putin, premiare un tennista russo. Ma se si responsabilizzano gli atleti, noi diamo colpe a chi non vuole la guerra ma vuole continuare solo ad avere una vita normale”.
Al di là della questione prettamente politica si fa largo anche un problema più vicino al circuito tennistico e ai giocatori stessi. I tennisti esclusi subirebbero, in questo caso, un danno anche dal punto di vista delle classifiche. E, come scrive il quotidiano inglese Telegraph: “Anche se Atp e Wta non hanno alcuna autorità su Wimbledon potrebbero comunque negare al torneo l’attribuzione dei punti, rendendolo così un mero evento esibizionistico”.
Per di più Wimbledon, in merito alla decisione presa rischierebbe anche una multa di 250.000 sterline.
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