Mancano pochi giorni al 2 maggio, scadenza della misura che prevede il taglio delle accise sul carburante. E per continuare a combattere il caro benzina, il governo sta pensando a una proroga. Forse al 30 giugno. Per ora è solo una ipotesi, ma intanto i gestori degli impianti chiedono al governo di poter rientrare rientrare delle somme perse con l’abbassamento dei costi. Qual è il problema? E cosa comporterebbe un aumento dei prezzi alla pompa? Al quotidiano online Free.it Giuseppe Sperduto, presidente della Faib, Federazione autonoma italiana benzinai.
Il governo è intenzionato a prorogare ancora le misure contro il caro benzina. Proprio in queste ore il parlamento sta discutendo di come e quanto tagliare le accise anche dopo il 2maggio. Data già prorogata rispetto all’originale 30 aprile. Si pensa al 30 giugno, ma ancora non è detto. Sulla decisione pesano le difficoltà e le richieste dei benzinai, ma anche l’incertezza della guerra in Ucraina. Al quotidiano online Free.it Giuseppe Sperduto, presidente della Faib, Federazione autonoma italiana benzinai.
Cosa succederà al costo della benzina dopo il 30 aprile?
“Molto probabilmente ci sarà una proroga di questa misura che agevola di molto i cittadini. Giusto oggi in parlamento si sta discutendo di questo tema e del problema che abbiamo portato all’attenzione noi di Faib. Quando c’è stato il taglio delle accise, i prodotti che avevamo in cisterna già pagati ci sono stati decurtati e quindi abbiamo in sospeso svariate migliaia di euro a gestore”.
Per i gestori il taglio è stato impattante?
“Noi guadagniamo 3 centesimi a litro e le accuse sono state tagliate di 25 cent più Iva, sta a significare 305. Quindi, noi ci abbiamo rimesso l’equivalente dello stipendio di un paio di mesi. E’ stato estremamente pesante. Speriamo che oggi decidano come farci rientrare di quel taglio. Perché in questo momento siamo in difficoltà e veniamo da un altro periodo ancor più duro. Noi non lavoriamo a percentuale, come essere il tabaccaio che può avere un agio sul costo del pacchetto di sigarette. Avevo un margine fisso di 3 centesimi a litro, siamo andati sotto”.
Ma voi siete d’accordo sul taglio delle accise per controllare il prezzo della benzina?
“Assolutamente. Noi siamo contentissimi di questa misura. Perché meno costano benzina e gasolio, più litri vediamo. Perché il potere d’acquisto del cliente medio quello è. Costando meno il prodotto, vendiamo più litri e guadagniamo di più”.
Se il prezzo tornasse a salire?
“La situazione sarebbe preoccupante. Se dovessimo tornare ai prezzi prima del taglio delle accise, cioè al 21 marzo, i consumi si contrarrebbero nuovamente. Le gestioni sarebbero sempre più in difficoltà, gli impianti non resisterebbero. E’ pur vero, e lo diciamo da tempo, che gli impianti sono troppi, è brutto a dirsi, lo so. E non mi riferisco ai gestori, che rappresento, ma proprio agli impianti.
Il nostro erogato medio in Italia è molto basso. E’ il penultimo in Europa, l’ultimo è quello della Grecia. Un impianto medio in Italia eroga un milione e 200mila litro. Con un margine fisso lordo di 3 centesimi. Stiamo parlando di poco più di 30mila euro l’anno. Lordo, sta a significare che il 45%, se non qualcosa in più, se ne va in tasse. Con lo tsunami energetico, poi, le bollette sono più che raddoppiate e anche le pompe senza energie non funzionano. Per cui il settore è in una situazione impossibile”.
In tutto ciò, quanto influisce la guerra in Ucraina?
“Mi auguro è che si riesca a trovare una soluzione diplomatica al conflitto, che non darà più scuse alle intermediazioni internazionali di lucrare sulla situazione. E’ vero che la Russia è il terzo produttore al mondo di petrolio, ma quello che è accaduto a marzo è stato frutto di speculazioni. Con la scusa della guerra, il prezzo alla pompa è schizzato oltre i due euro. Una soluzione al conflitto aiuterebbe sicuramente anche al contenimento del prezzo”.
Quindi dal 1° maggio dovrebbe esserci una proroga del taglio delle accise. Ma nello stesso tempo sperate di rientrare delle perdite, giusto?
“Sì, dobbiamo essere rimborsati del costo delle giacenze, vendute senza il costo delle accise. Tutte le gestioni hanno trasmesso i dati di giacenza all’Agenzia delle dogane e monopoli. Quindi la speranza è che si trovi una formula idonea per poter ricevere un rimborso. Magari tramite uno sgravio fiscale, uno sgravio sull’Iva da pagare. Serve una soluzione immediata che ridia liquidità agli impianti”.
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