Canone Rai, cambia tutto nel 2023. L’imposta potrebbe sparire dalla bolletta, in atto un possibile piano. L’ipotesi allarma i consumatori.
Canone Rai, si cambia a partire dal 2023. L’imposta – fra le più basse in Europa – che sancisce l’utilizzo della televisione pubblica (da pagare anche se si possiede soltanto un apparecchio senza essere usato) potrebbe cambiare collocazione.
Attualmente viene inserita nella bolletta della luce: contromisura necessaria – dissero – per contrastare l’evasione fiscale e i truffaldini che spesso con il canone Rai avevano dei contenziosi o addirittura pagamenti in sospeso. La sovrattassa sulla bolletta avrebbe dovuto arginare questi problemi. Così, in parte, è stato. Ora si cambia, ma i motivi (e le modalità) allarmano i consumatori.
Canone Rai, via dalla bolletta della luce: cosa potrebbe cambiare
L’anno venturo sarà un banco di prova perchè – come impone l’Unione Europea – servono nuove modalità di pagamento ma ritornare al vecchio sistema (considerarla come tassa unica e separata dal resto) potrebbe portare ancora ammanchi e situazioni limite con cui fare i conti. A fronte di una situazione migliorata negli anni, da quando il canone appare in bolletta: aumento di prezzo, ma incasso sicuro.
Il mantra di viale Mazzini, tuttavia, con l’ok di Draghi potrebbe assumere nuove forme: o diventa una tassa sulla casa, come avviene in Francia, oppure sull’automobile come sono soliti fare in Israele. La tv di Stato si paga, occorre capire soltanto come. L’alternativa è la riscossione dell’imposta attraverso il recupero crediti: va a incidere, dunque, sul 730. Come avviene nel Regno Unito. Anziché la Brexit, una vera e propria Raiexit: via dalla bolletta della luce e dentro la dichiarazione dei redditi.
Situazione limite che allarma i consumatori pronti a veder cambiare ancora l’approccio a un servizio che dovrebbe far bene a tutti, ma crea ugualmente dibattito. Specialmente da quando si parla di una Rai meno schiava delle norme e dei partiti. I temi sul tavolo sono sempre gli stessi, esattamente come le dinamiche: l’unica cosa che non si riesce a trovare è una quadra. Compito che spetta, sul piano gestionale ed economico, al Governo. Poi occorrerà capire come reinvestire questi soldi, patrimonio di tutti in grado di continuare a garantire un servizio all’altezza. Le polemiche, però, non si placano.