Damiano dei Maneskin al centro della cronaca: l’esibizione al Coachella ha lasciato tutti di stucco. Anche per l’insulto diretto a Putin, le critiche alle quali il leader del gruppo ha risposto attaccando gli italiani.
Zitti e buoni mai. L’hanno detto da subito i Maneskin, con il loro successo planetario, che si sarebbero schierati sempre. Così la loro presa di posizione al Coachella fa discutere: se in California li apprezzano tutti, in Italia gli umori sono diversi. Nessuno – si sa – è profeta in patria, ma qui la questione è leggermente diversa: le critiche nostrane, da parte di alcuni esponenti dell’opinione pubblica, passano dal vestito di Damiano e la band (omaggio a The Rocky Horror Picture Show) alle parole del frontman che ci è andato giù pesante.
Come è giusto che sia se si vuole – a torto o ragione – incarnare il ruolo dell’outsider: nessuno si aspettava un’esibizione asettica. Infatti non lo è stata: a rendere tutto più incredibile il “Vaffa” gridato a piena voce nei confronti di Putin. Quel “Fuck off” che in Italiano significa tutt’altro ma rende l’idea non è piaciuto agli italiani che chiedono a Damiano e soci di “Evitare di immischiarsi nella politica”.
Damiano dei Maneskin, il “Vaffa” a Putin fa scoppiare le polemiche: la reazione del frontman
Come se fosse solo un problema di Governo: stanno morendo civili in un conflitto e anche la musica sente di dover fare la propria parte. Lo sottolinea Damiano che dice: “Benvenuti in Italia”, come a far intendere che quando occorre prendere posizione gli italiani (in cui si mette dentro consapevolmente o meno anche lui) fanno fatica a schierarsi.
Sullo sfondo la polemica con Chef Rubio: la diatriba fra l’ex cuoco e il frontman della band continua. Anche in quest’occasione c’è modo di capire quanto il tema principale, ovvero i conflitti – che siano in Palestina, come sottolinea l’ex volto televisivo, o in Ucraina – vengano messi in secondo piano di fronte alle varie fazioni di utenti che tendono a schierarsi da una parte e dall’altra senza, il più delle volte, una vera e propria idea di fondo.
Si ragiona per tifoserie. L’ha detto a modo proprio Damiano, lasciando stare le “salsicce” che ha chiesto a Chef Rubio, ma forse in questa macchina – è il caso di dirlo – tritacarne ci sono anche loro. I Maneskin. Occorre capire fino a che punto convenga e dove finisce il confine tra impegno civile e spettacolarizzazione.