Guerra Ucraina, scaduto all’alba l’ultimatum russo per i combattenti di Mariupol. Si teme un massacro. Ma Kiev assicura: “Combatteremo fino alla fine”.
Le forze ucraine non si arrendono. I combattenti, ovvero i soldati ucraini, stanno ancora opponendo resistenza all’assedio di Mariupol che di sorta sarebbe la prima città presa totalmente dai russi.
Era per le sei di mattina (le cinque italiane) l’ultimatum che imponeva ai combattenti di deporre le armi. Il capo del Centro di controllo della Difesa nazionale della Federazione russa, il colonnello generale Mikhail Mizintsev ha offerto ai 1.500 difensori superstiti di Mariupol, intrappolati nell’acciaieria Azovstal, di arrendersi per avere salva la vita.
I difensori sono allo stremo, i marines e i combattenti del reggimento Azov assediati nell’acciaieria Azovstal sono rimasti senza cibo e acqua e acqua e hanno chiesto al governo ucraino il permesso di arrendersi, che è stato però loro negato. La notizia arriva però dal capo del Centro di controllo della difesa nazionale della Federazione russa, quindi il punto sull’arresa dei combattenti potrebbe essere propaganda.
Il presidente Zelensky, citato da The Kyiv Independent ha commentato la situazione, che risulta tragica.
“La situazione a Mariupol rimane la più grave possibile, semplicemente disumana” ha commentato “Ci sono solo due modi per influenzare la situazione, o i partner dell’Ucraina forniscono tutte le armi pesanti necessarie per sbloccare l’assedio, oppure è necessario un percorso negoziale“. Non è questo il primo appello del presidente ai partner europei, affinché diano sostegno politico e soprattutto materiale bellico.
Dopo le enormi perdite da entrambi le fazioni, si teme per la vita dei soldati che al momento si trovano nel sottosuolo dell’acciaieria. Le forze russe hanno chiesto ai soldati di uscire con le mani alzate e arrendersi, altrimenti verranno usare “misure forti” replica Mosca, e si teme l’uso di armi di enorme portata, che possano arrivare fino al sottosuolo. A queste parole ha risposto il presidente ucraino, “Stop ai colloqui se le nostre forze a Mariupol verranno distrutte“.
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Nel frattempo si apprende dall’agenzia Interfax che riporta le parole del portavoce del ministero della Difesa russo, Igor Konashenkov, che circa 400 mercenari stranieri, che combattono al fianco delle forze ucraine. sono stati accerchiati nell’acciaieria Azovstal.
Mariupol è la prima tessera di un mosaico che Putin sta cercando di comporre per poter arrivare ad avere la forza necessaria per dettare le sue regole nei prossimi colloqui per iniziare una tregua. Al contrario delle sue aspettative, la resistenza ucraina è stata più forte e i difensori di Mariupol sono la dimostrazione più evidente.
Mariupol non è “ancora caduta” perché i soldati che la difendono “combatteranno fino alla fine”. Lo ha detto il Primo ministro ucraino Denys Shmyhal, intervistato oggi da Abcnews. Nonostante i drammatici aggiornamenti delle ultime ore, secondo Shmyhal, i militari ucraini continuerebbero a controllare alcune parti della città.
Il Primo Ministro di Kiev si è detto ancora disponibile a trattare con Mosca: “L’Ucraina sarà pronta a fermare questa guerra se sarà possibile una via diplomatica”, ha dichiarato Shmyhal accusando però la Russia di non essere disposta a proseguire nei colloqui negoziali. “Noi non ci arrenderemo, non lasceremo il nostro Paese, le nostre famiglie, combatteremo fino alla fine fino alla vittoria”, ha concluso.
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