I risultati dello studio Nature sull’approccio adottato da un Paese europeo al trattamento del Covid sono gravi. “Il popolo è stato tenuto all’oscuro di fatti fondamentali. Sceglievano chi curare e chi no: agli anziani morfina anziché ossigeno, i bambini usati per diffondere il virus”.
Il primo studio scientifico fatto sulla gestione della pandemia da Covid ha evidenziato come l’approccio usato dalla Svezia è stato un fallimento.
La ricerca sistematica sulla strategia svedese al Covid realizzato a due anni dai primi contagi, è stato pubblicato su Humanities & Social Sciences Communications da Nature. L’approccio della Svezia era orientato a evitare il lockdown al fine di limitare il più possibile i danni economici.
Si cercava così un’immunità di gregge il più possibile naturale senza imporre dunque limitazioni alla libertà di commercio e movimento dei cittadini. L’obiettivo era affidarsi alla sola responsabilità individuale. Ma ora, gli autori dello studio in questione riferiscono che la strategia adottata dalla Svezia ha avuto un grande costo umano per la società stessa.
Lo studio Nature sulla gestione Covid della Svezia: “E’ spaventoso, sceglievano chi curare e chi no”
Il team di ricercatori appellandosi alle leggi sulla libertà d’informazione ha esaminato tutti gli articoli scientifici pubblicati sulla gestione della pandemia in Svezia e negli altri Paesi nordici.
Hanno così raccolto intere conversazioni via e-mail, appunti di riunioni e comunicati stampa delle parti coinvolte nel processo decisionale. Quello che ne è uscito fuori risulterebbe assurdo.
Il governo svedese ha delegato la gestione della pandemia all’Agenzia per la Salute Pubblica, che nel frattempo, nel 2014 aveva licenziato i suoi più autorevoli consulenti scientifici ad un altro istituto.
Nel rapporto pubblicato da Nature, si legge: “Con questa configurazione, l’autorità mancava di competenza e poteva ignorare i fatti scientifici. L’Agenzia per la Salute Pubblica non ha basato i suoi consigli su prove scientifiche ma su preconcetti sulle pandemie influenzali e sull’immunità di gregge, affidandosi solo a un piccolo gruppo consultivo con una competenza troppo limitata”.
Agendo in tal modo, l’Agenzia ha sbagliato le valutazioni del rischio e ignorato le prove scientifiche sulla trasmissione per via aerea. Sempre nel rapporto si legge che “il popolo svedese è stato tenuto all’oscuro di fatti fondamentali come la trasmissione aerea del Covid. Nonché del fatto che gli individui asintomatici possono essere contagiosi e che le mascherine chirurgiche proteggono sia il portatore che gli altri”.
Rapporto di Nature: le conseguenze catastrofiche per gli svedesi in tempo di Covid
Le conseguenze, inutile dirlo, sono state catastrofiche per la popolazione svedese. Così, Nature descrive tali conseguenze nel rapporto reso pubblico:
- A molti anziani è stata somministrata morfina invece di ossigeno, nonostante erano disponibili diverse scorte, ponendo così fine alla loro vita.
- Pochissimi anziani sono stati ricoverati per il Covid. Un trattamento ipoteticamente salvavita è stato loro negato senza esame medico, e senza informare né il paziente o i suoi familiari né tantomeno chiedere il permesso.
- Durante i primi mesi di pandemia, nel 2020, molte persone non sono state ricoverate negli ospedali senza ricevere neanche un esame sanitario solo perché non erano considerati soggetti a rischio. Il risultato è stato il decesso a casa degli individui nonostante l’aiuto cercato.
- Nonostante gli ospedali fossero al collasso per i troppi ricoveri, l’Agenzia per la salute pubblica e il governo hanno continuato a sostenere che c’erano ancora letti di terapia intensiva disponibili in Svezia. Ma, in base a uno studio effettuato su 14 Paesi europei, la Svezia ha ottenuto il punteggio più basso sull’accessibilità dei letti di terapia intensiva.
- L’Agenzia per la salute pubblica ha negato o dato poca importanza al fatto che i bambini potessero essere infettivi, e dunque sviluppare malattie gravi nonché veicolare la diffusione del virus nella popolazione. Parrebbe, come riportato nel rapporto, che le loro e-mail interne indicassero come obiettivo quello di usare i bambini per diffondere il Covid nella società.
“Gestione ombra”: così le autorità svedesi manipolavano le informazioni sul Covid
In tutto questo “orrore”, lo studio scientifico mette l’accento anche sull’insabbiamento e manipolazione dei dati delle autorità svedesi.
L’Autorità svedese insieme all’Epidemiologo di Stato ad un certo punto hanno addirittura iniziato a cancellare le e-mail dei giornalisti quando venivano loro richieste delucidazioni sul non-uso delle maschere facciali. La pratica di cancellare le e-mail è diventata diffusa tra le agenzie ufficiali nel corso della pandemia, seppur illegale, portando a una cosiddetta “gestione ombra” del caso.
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Dal rapporto stilato, le conclusioni evidenti sono una condanna senza appello della politica svedese che insabbia anche la sua democrazia. Si legge: “Questa pandemia ha messo in luce diversi problemi strutturali nella società svedese, sia a livello politico e giudiziario sia nella sanità che nei media ufficiali e nella burocrazia. Tutto condito con mancanza di responsabilità e il rifiuto di informazioni complete al pubblico”.