Tensione e violenza sempre più forti in Ucraina. Questa potrebbe essere una delle settimane più accese e sanguinose del conflitto. Tutta l’attenzione è sul Donbass e sulle città al sud. In particolare, la battaglia è feroce a Mariupol, dove secondo Mosca l’esercito ucraino si sarebbe arresto. Notizia poi smentita da Kiev. L’altra città chiave è Odessa, che si prepara all’assalto. Intanto sul campo, si moltiplicano massacri e stupri sul corpo delle donne. Cosa ci si può aspettare? Davvero la Russia sta usando armi chimiche? A Free.it Natalino Ronzitti, professore emerito di Diritto internazionale presso la Luiss di Roma. Nonché consigliere scientifico dello IAI, l’Istituto affari internazionali.
In Ucraina sarebbero state usate armi chimiche dalla Russia. L’accusa arriva dal governo di Kiev e sembrerebbero esserci già le prove. L’Occidente ha promesso indagini e una risposta ancora più dura verso Mosca, se fosse confermato. Intanto, oggi il procuratore capo della Corte penale internazionale è arrivato a Bucha, dove ci sono state uccisioni di massa. “L’Ucraina èè una scena del crimine“, ha detto. Intanto Putin rimescola le carte in tavola e cerca una vittoria sul campo. A Free.it Natalino Ronzitti, professore emerito di Diritto internazionale presso la Luiss di Roma. Nonché consigliere scientifico dello IAI, l’Istituto affari internazionali.
Che cosa ci possiamo aspettare in questi giorni?
“Ci possiamo aspettare una intensificazione dei combattimenti, certamente. Gli ucraini si stanno difendendo e si sta difendendo bene, anche meglio di quanto i russi pensassero all’inizio della guerra. Si difendono nella misura in cui hanno armamenti adatti a contrastare i russi. Si difendono nella misura in cui l’Occidente gli fornisce armi”.
La Russia è accusata di usare armi chimiche, cosa che ha già fatto in Siria. Se fosse confermato, sarebbe spunto per una ulteriore escalation?
“Sarebbe una flagrante violazione, perché la Russia ha ratificato il trattato contro le armi chimiche. Le armi chimiche assolutamente non possono essere usate nell’ambito di un conflitto armato. C’è una inchiesta indipendente da parte del procuratore della Corte penale internazionale e si appurerà. Ma c’è un punto da chiarire. Certi agenti chimici anti sommossi sono leciti in tempo di pace nel caso in cui si voglia disperdere la folla. Ma in caso di conflitto armato, la convenzione li vieta tutti, a partire dal più innocuo. Sono proibiti come metodo di guerra”.
Se dovesse essere provato il loro utilizzo in Ucraina, quali sarebbero le conseguenze?
“Attualmente c’è una indagine in corso e se la corte accerterà e potrà sottoporre a giudizio i responsabili, che quindi saranno condannati. Per quanto riguarda la convenzione sul disarmo chimico, c’è anche un altro strumento per indagare se effettivamente la Russia è in possesso di armi chimiche. Mosca, come era suo dovere, le dovrebbe aver distrutte tutte entro il 2007. Allora, quello che si può fare è chiedere la così detta challenge inspections, ispezione sfida. Cioè, si può incaricare l’organizzazione per il disarmo chimico per indagare se la Russia produce ancora armi chimiche.
Guerra Ucraina, Natalino Ronzitti (IAI) a Free.it | “Indaghino nel Nazioni Unite”
Queste challenge inspections, però, non sono mai state usate, nemmeno in Siria. In quel caso si è arrivati a una conclusione in maniera diversa. Con un meccanismo della Nazioni Unite”.
Oggi i presidenti di Polonia, Lituania, Lettonia ed Estonia sono arrivati a Kiev per parlare con Zelensky. E’ importante?
“E’ un fatto importante che vogliano incontrarsi, perché è una solidarietà manifesta nei confronti dell’Ucraina. Ovviamente, le repubbliche baltiche, soprattutto dopo questa invasione, temono molto la Russia. Per questo sono nella Nato. E adesso anche Paesi come la Svezia e la Finlandia vogliono entrarci. Loro non hanno politica di neutralità permanente, bensì un neutralismo politico. Quindi non è giuridicamente fondato come ad esempio quello austriaco, maltese o svizzero. Sotto il profilo giuridico possono benissimo entrare nella Nato. Sotto il profilo politico, il discorso è un po’ diverso”.