Sassuolo, la sorpresa di questo campionato. La squadra di Dionisi è l’avversario da battere: il club saputo ripartire dopo De Zerbi.
Sassuolo, c’è vita dopo De Zerbi. La parola d’ordine di quest’anno era ripartire, concetto che poi – causa pandemia – si è allargato a tutti, ma la squadra neroverde ha dovuto ricostruirsi anticipatamente causa l’addio di De Zerbi. L’uomo ha scelto l’Ucraina, anche in tal caso anticipando determinati scenari, con cui sta facendo bene: l’allenatore italiano allo Shakhtar ha dato il volto spregiudicato e consapevole di cui aveva bisogno. Lo stesso del Sassuolo che, però, ha cambiato guida tecnica.
Ora c’è Dionisi, un nome nuovo per il mainstream della Serie A. In quello che è sempre più il campionato degli allenatori, il tecnico neroverde non solo si sta ritagliando uno spazio importante ma è riuscito a dare dignità a una realtà che sembrava – inevitabilmente – un cantiere aperto: si è insediato, ha portato le sue idee e si è ritagliato un ruolo determinante in questa porzione di campionato. I neroverdi, infatti, hanno il vizio e il vezzo di castigare le grandi: spina nel fianco costante per le big.
L’allenatore racconta i propri segreti alla Gazzetta dello Sport: un’intervista che fa capire quanto lavoro ci sia dietro a un progetto come quello degli emiliani. Carnevali non lascia nulla al caso, infatti molti elementi del Sassuolo fanno gola: Frattesi e Scamacca su tutti, per non parlare dell’oggetto del desiderio Berardi che, anche in Nazionale, si sta facendo apprezzare al netto di qualche débâcle.
“Non mi interessa che si noti la mia impronta – racconta alla Gazzetta – ma controllo i miglioramenti e il comportamento dei singoli, mi lascio anche guidare dalle caratteristiche dei calciatori. La palla ai nostri attaccanti non va portata, ma data via il più rapidamente possibile. Meno possesso in nome di un calcio più verticale“.
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Sull’eredità di De Zerbi, Alessio Dionisi non ha dubbi: “Ero consapevole della situazione, per questo ho sentito meno pressione. Un allenatore deve essere sicuro delle proprie idee, altrimenti non può trasmetterle agli altri, ma io ogni giorno mi metto in discussione”. Infine, il punto sull’Europa: “Dobbiamo migliorare, troppi gol presi evitabili. Quelli che io chiamo non-gol”.
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