Guerra Ucraina, dopo il massacro di Bucha anche gli ucraini filorussi invertono la rotta: “Pronti a battaglie in campo aperto contro i rashists”. Ecco le motivazioni.
Dopo Bucha qualcosa si è rotto, le immagini delle strade disseminate di cadaveri hanno smosso le coscienze anche degli ucraini filorussi. Tanto che oramai tra i militari di Mosca e popolazione russa oramai non c’è più differenza. Il regime è uno, sono tutti “rashists”, termine dispregiativo con cui si indicano i “russi fascisti e nazisti”.
Stando a quanto riferito da Adnkronos, fonti qualificate da Kiev raccontano come siano cambiati la narrazione dopo gli ultimi giorni, con i fatti di Bucha e l’attacco missilistico a Kramatorsk che hanno lasciato un segno indelebile nel popolo ucraino, anche in quello più vicino a Mosca. Putin “non può aver scatenato tutto questo putiferio solo per prendersi Kherson“, la prima delle città ucraine conquistata dalla forze armate russe nel mese di marzo, argomentano le fonti.
La Russia mira ancora oggi a prendere il lembo di terra che collega il Donbass alla Crimea, tutto il Donbass e poi, ancora, Odessa e Kharkiv. Obiettivi non facilmente raggiungibili mentre rimangono “più verosimili Mariupol, che ancora resiste, e il Donbass“, dove non ci sono grandi città, nelle quali la difesa è più facile, e dove dunque “le battaglie si giocheranno in campo aperto. Con le condizioni meteo, finito l’inverno, che potrebbero favorire i russi”.
Se l’operazione speciale russa entra nel vivo la resistenza ucraina prosegue tenace, a Kiev la determinazione a fermare le forze armate di mosca si fa “più feroce” e “il nuovo capitolo” che si è aperto nella guerra con le atrocità scoperte nei giorni scorsi si riflette anche in campo linguistico, con i russi, soldati e civili, oramai indicati solo con il termine dispregiativo di “rashists”.
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Anche i negoziati in questa fase si presentano più complicati di quanto previsto dopo i primi colloqui, come ammesso dal Ministro degli Esteri ucraino Dmytro Kuleba. “Gli ucraini in effetti in questa fase stanno tornando meno disponibili rispetto a prima sulle concessioni territoriali. Come fanno a giustificarle mentre mandano a morire migliaia di uomini per difendere il Donbass?”, osservano le fonti.
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