Nei primi giorni della guerra in Ucraina, nei supermercati italiani c’è stata la corsa ad accaparrarsi alcuni alimenti base come pasta e farina. Per paura che le tensioni avrebbe potuto diradare le consegne o per il timore di ulteriori rincari. Perché che i prezzi siano aumentati è sotto l’occhio di tutti i consumatori. Di alcuni prodotti, il rincaro è stato notevole, il che ha prodotto un’effetto ansia a catena. Ma quanto costano ora gli alimenti? Quanto sono aumentati rispetto all’anno scorso. Al quotidiano online Free.it Alessandra Rivolta di Altroconsumo.
Per i consumatori italiani fare la spesa diventa sempre più costoso. Il prezzo di alcuni prodotti, infatti, è aumentato a dismisura, anche prima dello scoppio della guerra in Ucraina. Le tensioni, poi, stanno contribuendo a far lievitare i prezzi di alcuni alimenti di prima necessità, anche per conseguenze indirette del conflitto. Ma quanto costano ora gli alimenti? Quanto sono aumentati rispetto all’anno scorso. Al quotidiano online Free.it Alessandra Rivolta di Altroconsumo.
Quali sono i prodotti che attualmente costano molto di più al supermercato?
“La nostra analisi dei prezzi parte da un da una base di un monitoraggio che stiamo appunto portando avanti da molto tempo. E che non riguarda solo alcuni prodotti di base che frequentemente entrano nel carrello della spesa dei consumatori italiani. In quest’ottica ci siamo concentrati su alcune tipologie come e abbiamo riscontrato importanti rincari. Per esempio, in un anno la pasta è aumentata del 14%, la farina del’11% e lo zucchero del 7%. C’è stato un aumento del 9% anche per l’olio extravergine mentre i prezzi di latte, passata di pomodoro e caffè sono rimasti pressocché stabili”.
Altre materie prime che sono rinacarate?
“Secondo i dati di Unionfood (l’organizzazione italiana a tutela delle aziende del settore alimentare) il grano duro è aumentato addirittura dell’82%, e il frumento tenero del 65%. Anche in questo caso, il motivo di questi rincari non è direttamente attribuibile alla guerra. E’ verissimo che Russia e Ucraina sono forti esportatori di frumento tenero, ma non in Italia, dove l’import da quei paesi rappresenta solo 5%”.
Non c’è alcuna correlazione con la guerra in Ucraina e al momento?
“Ci sono stati ulteriori piccoli rincari nel mese di febbraio, quindi dopo l’inizio della guerra in ucraina, ma non così forte come nei mesi precedenti. Sicuramente le tensioni non faranno diminuire i prezzi ma gli aumenti che stiamo registrando adesso sono erano già evidenti”.
Quali sono gli altri prodotti che potrebbe costare di più proprio a causa del conflitto?
“Difficile fare previsioni. Siamo in un periodo in cui c’è una concomitanza di eventi. Sicuramente, tanto per dirne uno, l’olio di girasole costerà molto di più, perché l’Ucraina è un grossissimo produttore è anche il primo esportatore.
Ucraina, Alessandra Rivolta (Altroconsumo) a Free.it | “L’olio di girasole sarà…”
Quindi può darsi che lì si vedranno dei movimenti sui prezzi. Teniamo conto di una cosa, però: che il grosso delle importazioni italiane di olio di girasole non arriva direttamente al consumatore ma viene utilizzato per l’industria alimentare. La ricaduta forse si avrà ma nei mesi ad esempio sui prodotti da forno che utilizzano questo ingrediente”.
Avete monitorato anche la frutta e la verdura?
“Frutta e verdura le stiamo tenendo un po’ sotto controllo. La questione è complicata, perché c’è anche un problema di stagionalità dei prodotti. Quindi il confronto su questi comparti ha senso solo anno su anno, perché rientra poi una certa variazione fisiologica. Quindi stiamo raccogliendo i dati per vedere come si stanno muovendo i prezzi ma ancora non possiamo dire con certezza. Certamente, però, un minimo di rincaro c’è, a causa degli elevati costi dell’energia e a causa dell’aumento della benzina e del diesel”.