Per i crimini di guerra in Ucraina e anche per i recenti fatti di Bucha, la Corte Penale Internazionale dell’Aja ha aperto un fascicolo d’inchiesta. Alcuni ispettori sono già sul campo per raccogliere prove e si stanno già delineando profili criminosi. Ma si arriva al processo? Cosa succede dopo? Al quotidiano online Free.it Cuno Tarfusser, ex giudice della Corte Penale Internazionale.
La Guerra in Ucraina è arrivata al quarantesimo giorno. E si allunga la lista di massacri e violenze compiute sui civili. Su tutti questi avvenimenti sta già indagando la Corte Penale Internazionale che potrebbe emettere un mandato di cattura per Vladimir Putin già entro la fine dell’anno. Ma chi lo arresterà concretamente? Lo spiega al quotidiano online Free.it Cuno Tarfusser, ex giudice della Corte Penale Internazionale.
Come si arriva a un processo per crimini di guerra?
“La strada è abbastanza lunga, nel senso che prima bisogna fare le indagini ed è una fase complicatissima. E’ complicata per qualsiasi processo, figuriamoci in un contesto internazionale di più di conflitto in cui, ovviamente, le prove possono contraffatte. Bisogna essere estremamente cauti, non acquisire prove fasulle. Cioè, è necessario stare attenti all’autenticità della prove, la serietà dell’acquisizione della prova. E in un conflitto bellico, in cui giocano un ruolo importante la propaganda e la controinformazione è un’attività molto delicata.
Una volta che le prove sono state acquisite nel miglior modo possibile, verranno valutate dal procuratore in ordine alla sufficienza per formulare una richiesta di cattura. Poi c’è la terza fase, quella che io chiamo la giurisdizionalizzazione dell’indagine nel senso che il giudice valuta il complesso delle prove. E se ritiene che siano sufficienti per giustificare la cattura, emette il mandato”.
Sui crimini commessi in Ucraina è stato già aperto un fascicolo di inchiesta?
“Sì. Inoltre in Ucraina ci sono già degli investigatori all’opera per acquisire le prove e per analizzare la situazione. Sono investigatori super partes che si muovono, nei limiti della sicurezza personale, seguendo gli eventi bellici”.
Come si fa a individuare i responsabili?
“Questa è un’altra attività estremamente difficile, perché ovviamente la Corte Penale non va a giudicare il militare russo, il soldato semplice che sul terreno ha commesso l’atto. Ovviamente si cerca di scalare la catena gerarchica per arrivare più in alto possibile. Si deve cercare da dove è partito l’ordine. In questo contesto, lo dico con tutte le cautele possibili, è relativamente facile, perché si vanno ad analizzare i discorsi fatti dai vertici militari e politici della Russia. E credo che siano discorsi abbastanza inequivoci nelle intenzioni nei termini. E’ chiaro che chi ha ordinato l’invasione è responsabile poi di quello che succede”.
Lei ha detto che un mandato di cattura per Putin è possibile entro la fine dell’anno. E poi cosa succederà?
“Non ho indicato una date precisa Entro l’estate, entro ottobre…non so. Ho solo detto che non sarà un procedimento lungo, non ci vorranno cinque anni, per dire. Una volta che ho sufficienti elementi probatori, le cose possono anche andare relativamente veloci.
Guerra Ucraina, Tarfusser (ex giudice Aja) a Free.it | “Le cose andranno velocemente…”
Com’è stato per Gheddafi. Sarà una cosa di pochi mesi, poi certamente dipende dal contesto geopolitico. Quindi è ipotizzabile che entro la fine del 2022 si arriverà a una incriminazione per Putin.
Ma quindi Putin sarà effettivamente arrestato?
“Certamente no, chi è che lo arresta?! Noi non siamo la polizia giudiziaria. La Corte penale lavora sulla base di richieste fatte ai Paesi. Siccome la Russia non è un Paese che ci riconosce e non esegue neanche gli ordini che la Corte emette, sarà molto difficile. In ogni caso, chi sarà colpito dal mandato di cattura, avrà un raggio di azione estremamente limitato, perché non potrà uscire moltissimo dalla Russia per fare attività politica. Perché ovviamente in qualsiasi Stato che ha ratificato lo statuto corre il rischio di essere arrestato”.
Quindi come si farà per seguirlo in altro modo?
“Io credo che un’eventuale mandato di cattura e ridurre la sua attività al livello internazionale ai minimi termini credo che comunque sia un segnale. Si fa quel che si può. Il diritto penale internazionale per sua natura è imperfetto. Vent’anni fa non esisteva il diritto penale internazionale come lo conosciamo adesso. E’ già molto che ce l’abbiamo. Sarà imperfetto ma è già è già molto che ce l’abbiamo. Meglio avere qualcosa di perfetto che non avere nulla”.