Per il gip di Brescia le motivazioni del convalida del fermo di Daniele Fontanta, omicida di Carol Maltersi, sono chiare e incontrovertibili.
L’uomo resterà in carcere perché secondo il giudice è ritenuto ancora pericoloso.
La storia dell’omicidio di Carol Maltesi ha lasciato l’opinione pubblica incredula. L’efferato delitto e la brutalità con cui il killer si è accanito sulla giovane donna, madre di un bambino piccolo, hanno sconvolto tutti. L’uomo, il 43enne bancario Daniele Fontana, è adesso in carcere. L’omicida ha confessato il delitto e il giudice per le indagini preliminari di Brescia, Angela Corvo, ha deciso di confermare il fermo spiegandone il perchè.
Lo ha fatto, come avviene in questi casi, nell’ordinanza di convalida del fermo.
Daniele Fontana secondo il giudice è ancora pericoloso e potrebbe ripetersi
Il 43enne ha massacrato la 26enne Carol Maltesi, facendo a pezzi il corpo e gettandolo in un dirupo in Valcamonica. Secondo il giudice è “davvero macroscopico appare il pericolo di recidiva specifica“.
Il gip di Brescia Angela Corvo nell’ordinanza di convalida del fermo sottolinea l'”inusitata gravità oggettiva e soggettiva dei fatti addebitati al Fontana, nonché alle sue modalità realizzative” che denotano una “indomita ferocia ed estrema pericolosità“. La donna, sempre secondo il gip, “si fidava ciecamente del suo ex compagno ed intimo amico” e mentre facevano sesso Fontana “la uccideva barbaramente, colpendola più volte con bestiale violenza, per poi tagliarle la gola e toglierle la vita“. In questo modo “con modalità che poco o nulla hanno di compassionevole” ha massacrato “una giovanissima donna, madre di un bimbo ancora in tenera età, ‘colpevole’ soltanto di volere seguire i propri progetti ed aspirazioni” lontano da lui.
“La totale mancanza di ogni senso di umana compassione – continua il gip – traspare limpidamente dalla complessiva condotta volta a distruggere il cadavere della Maltesi che il Fontana sezionava, bruciava e sfigurava, mosso esclusivamente dalla finalità di salvare sé stesso“. Il giudice nelle sue motivazioni ha precisato inoltre che esiste “l’elevata probabilità che il Fontana commetta in futuro gravi delitti contro la persona, mentre non vi sono elementi per confidare realisticamente nella sua capacità di autocontrollo e o di autocustodia“. Il gip è anche convito che l’uomo “possa darsi alla macchia, di fronte all’accusa di un reato punibile con l’ergastolo“.
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“La misura carceraria richiesta appare quindi certamente idonea a fronteggiare le esigenze cautelari ravvisate – conclude il gip – oltre che indubbiamente proporzionata alla assoluta gravità dei fatti“.