Dopo il provvedimento del governo, che taglia le accuse di 30 centesimi, il prezzo del carburante è tornato sotto i 2 euro. In questi ultimi tre giorni, i prezzi alla pompa sono tornati a un paio di mesi fa: tra 1,70 e 1,80. Ma le oscillazioni sono quotidiane e nessuno sa cosa potrebbe accadere dopo il 30 aprile. Il piano del governo scade alla fine del mese, dopodiché le accise non saranno più decurtate. Cosa ci aspetta? Al quotidiano online Free.it Davide Tabarelli, docente all’Università di Bologna e presidente di Nomisma Energia.
Nessuno sa cosa accadrà dopo il 30 aprile, nemmeno i gestori stessi delle pompe. Attualmente il costo di benzina e diesel è sotto i due euro, ma presto il prezzo potrebbe di nuovo aumentare. Nomisma energia ha calcolato il prezzo più giusto, ma intanto gli scenari sono imponderabili. Al quotidiano online Free.it Davide Tabarelli, docente all’Università di Bologna e presidente di Nomisma Energia.
Qual è la situazione dei costi in questi giorni?
“In questi giorni i prezzi del carburante si sono decisamente abbassati rispetti a due settimane fa. Questo sia per il provvedimento del governo, sia perché i costi del petrolio stanno scendendo, e questo è positivo. La situazione dovrebbe rimanere pressoché stabile per l’intero mese di aprile, anche perché nel frattempo anche le tensioni dovrebbero diminuire. Vediamo cosa succederà, al momento è molto difficile fare previsioni a lungo raggio”.
Cosa pensa?
“Io credo che i prezzi non risaliranno sopra i due euro. Questa è l’ipotesi più probabile. Però, come abbiamo visto negli ultimi sei mesi, di ipotesi probabili poche se ne sono realizzate. Ci troviamo in un momento in cui la situazione è molto confusa, incerta, c’è una guerra in corso. Pertanto, le oscillazioni, come abbiamo visto negli ultimi giorni, sono molto probabili. In generale, però, la situazione si va tranquillizzando, per cui non ci dovrebbe essere un nuovo aumento folle dei prezzi”.
Nomisma ha calcolato un prezzo in equilibrio equilibrato tra le richieste degli utenti finali e le esigenze dell’industria. Qual è questo prezzo?
“Facendo dei calcoli e confrontando diversi listini, abbiamo visto qual è il prezzo ottimale, senza extra profitto ma tale da coprire le spese.
sarebbe di 1,743 euro per la benzina e 1,839 euro per il diesel. Di poco sotto i prezzi medi verificati nel week end. Si arriva a 1,743 euro sommando 0,773 euro di costo internazionale, di 0,177 euro di margine lordo medio, 0,478 di accise e 0,314 di Iva. Lo stesso vale per il costo del diesel: si arriva a 1,839 sommando 0,959 euro di prezzo internazionale, 0,181 euro di margine, di 0,367 di accise e di 0,332 di Iva”.
Quando al 30 di aprile il provvedimento del governo che taglia le accise decadrà, c’è il rischio che ci sarà un aumento dei prezzi?
“Non è un rischio, è quasi certezza perché si aggiungeranno i 30 centesimi di accise, attualmente tagliati. E poi ci saranno le consuete fluttuazioni dei costi al barile. Che potrebbero aumentare a seconda della situazione internazionale”.
In quel caso, il governo dovrà fare una proroga?
“Sì, assolutamente sì. Per evitare un balzo dovrà fare una proroga”.
In general, quali sono i problemi energetici dell’Italia?
“Gli alti prezzi dell’energia, i conseguenti costi alti delle bollette, delle fatture. Non sono legati solo alla crisi in Ucraina, c’erano già prima. E poi c’è la difficoltà ad abbandonare le materie fossili. E a proseguire nel percorso verso le rinnovabili. Tutti le vogliamo ma poi le autorizzazioni sono bloccate e sembra un tema molto difficile da affrontare”.
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