Per l’accoglienza dei cittadini ucraina che scappano dalla guerra, in Italia si cercano nuove soluzioni. I numeri dei profughi sono in aumento e allora, ai privati, si aggiunge lo Stato che ora prova a fare una mappa nazionale.
In Italia continuano ad arrivare migliaia di persone dall’Ucraina in guerra. Per lo più donne e bambini che hanno bisogno di un alloggio per un tempo indefinito, che può essere corto o molto molto lungo. E per venire incontro alle necessità abitative è entrato in campo anche il Viminale.
In Lombardia, infatti, dove sono arrivate circa 25mila persone, sono a disposizione dei profughi anche i beni confiscati alle mafie. A Milano, in particolare, sono già due le dimore che sono state individuate e che saranno presto messe a disposizione di chi ne ha bisogno. Ma anche altri appartamenti saranno presto disponibili.
Il Viminale, dunque, sta facendo un elenco di tutti i beni confiscati alle mafie, strutture non ancora affidati a terzi, per metterle a disposizione dei Comuni. In questo modo, aumenta la disponibilità di immobili che possono essere usati come case per chi scappa dalla guerra in Ucraina. I numeri sono in aumento e cresceranno. Per questo è necessario costruire una macchina organizzativa efficace.
Accoglienza ucraini, i beni confiscati alle mafie per i profughi della guerra | La gestione secondo Libera
La mappa dei beni confiscati alle mafie già esiste. La gestione di questi immobili è nelle mani di Anbsc, l’Agenzia nazionale dei beni sequestrati e confiscati alle mafie e alla criminalità organizzata.
Secondo Libera, attualmente sono oltre 36mila i beni immobili confiscati, “di cui al 15 aprile 2021 ne sono stati destinati e consegnati poco più di 17mila per finalità istituzionali e sociali. Ne restano circa 19mila ancora non assegnati, per diverse problematiche, da nord a sud. Sicuramente non tutti, ma molti potrebbero essere destinati ai profughi ucraini.
Questi beni confiscati, appartamenti, villette, palazzi si vanno, a sommare alle strutture messe già a disposizione di privati e associazioni. A Milano l’hub Mortirolo, gestito dal progetto Arca, è a disposizione anche di notte per chi arriva alla stazione. E tra qualche giorno anche il servizio dei tamponi sarà disponibile h24. Alla cascina Monluè ci saranno 200 letti a disposizione e continuano ad aumentare le disponibilità anche grazie a parrocchie, associazioni e reti di cittadini dei 9 municipi di Milano.