Il comitato scientifico dell’EMA ha approvato il nuovo anticorpo monoclinale: il suo nome è Evusheld. Tutti i dettagli sul composto.
Evusheld è l’anticorpo approvato giovedì 24 marzo 2022 dall’Agenzia europea per il farmaco (EMA). Si tratta di un composto prodotto da AstraZeneca a base di due anticorpi monoclonali che sono cilgavimab e tixagevimab. Il loro compito è legarsi alla proteina Spike del Sars-CoV-2, elemento sfruttato dal virus per dare il via all’infezione, con tanto di doppio impatto.
Grazie agli anticorpi è impossibile per il virus accedere alla cellule, bloccandone la circolazione, così da impedire una possibile nuova infezione. L’azione dei due anticorpi monoclonali è quindi preventiva e con una riuscita in termini percentuali molto importante. Gli esperti hanno però parlato anche di un altro aspetto da non sottovalutare e che molti si pongono come domanda imprescindibile.
Anticorpo monoclonale Evusheld e la scelta dell’EMA, quale differenza c’è con il vaccino
Gli esperti hanno spiegato che non si tratta in alcun modo di un’alternativa al vaccino, elemento ritenuto fondamentale per prevenire il contagio da Covid. il compito di questi anticorpi è fornire all’organismo le armi per difendersi dal virus. Si tratta di un processo prodotto in laboratorio con la coltivazioni di questi anticorpi monoclonali che vengono modificati.
L’obiettivo è una risposta efficace che varia in base a ciò che li aggredisce. Di fatto Evusheld viene somministrato per proteggersi dall’infezione, ma gli anticorpi utilizzati al momento sono stati invece utilizzati per frenare l’infezione già partita nel corpo di una persona risultata positiva alla Sars-CoV-2. Gli studi sull’efficacia di questo anticorpo monoclonale Evusheld si rifà a uno studio che riguarda oltre 5mila persone.
A chi si rivolgono e perché sono stati ritenuti così efficaci
Questi anticorpi devono essere somministrati entro 5 giorni dalla diagnosi onde evitare di perdere l’efficacia. Sono indicati per le persone che non sono ricoverate in ospedale, ma che rischiano gravi forme di Covid-19 per età o per la presenza di alcune malattie croniche, cioè quelle che non migliorano nel tempo e nemmeno si risolvono. I risultati dicono che le iniezioni avrebbero ridotto del 77% il rischio di Covid per almeno sei mesi.
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L’EMA si è così espressa in maniera favorevole e ha parlato che i dati raccolti mostrerebbero efficacia anche contro la variante Omicron BA.1 e BA.2. Questo farmaco è stato utilizzato, in via d’emergenza, negli Stati Uniti. Il procedimento d’urgenza è avvenuto lo scorso mese di dicembre. Nel caso specifico è stato indicato per persone che hanno un sistema immunitario compromesso. Il farmaco è indicato quindi per coloro i quali non hanno possibilità di sottoporsi al vaccino contro il Covid-19.