Italia, dopo la sconfitta contro la Macedonia l’umore è nero. Gli azzurri, però, possono giocare di nuovo: gli scenari.
Barbera, ma niente Champagne. La Macedonia va di traverso agli italiani che subiscono un gol all’ultimo secondo e salutano il Mondiale in Qatar che saranno costretti a guardare da spettatori. Una Nazione con il morale a terra: i Campioni d’Europa non trovano l’accesso alla Coppa del Mondo.
Uno scenario da incubo che nessuno credeva potesse essere possibile. Non è ancora finita. Questo continuano a ripetersi tutti e un po’ è vero: un fondo di verità c’è, perchè la parentesi azzurra con i Playoff è tutt’altro che conclusa. C’è da giocare ancora: mettersi gli scarpini e sperare. L’unica cosa possibile al momento. Crederci e cercare di restituire qualche sorriso dopo la comprensibile amarezza.
C’è ancora il match contro la Turchia. Ultimo atto, obbligato e necessario che verrà gli azzurri di Roberto Mancini mettersi nuovamente in gioco per placare questo senso di inadeguatezza che pervade gli animi di un intero movimento.
Da questa partita l’unica speranza: ritrovare il Commissario Tecnico sulla panchina della Nazionale. Il CT ha rivelato candidamente: “Dopo aver perso con la Macedonia non è semplice parlare di futuro”. Una frase che dice tutto e niente.
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Può voler dire che Mancio non se la sente di parlare dei prossimi impegni dopo una delusione bruciante come quella contro la Macedonia. Oppure significa che, dopo questa traversata fallimentare, nonostante un Europeo conquistato, darà le dimissioni. Scenario da scongiurare secondo giocatori e dirigenti.
Mancini è l’uomo giusto, stando alle parole di molti. In primis Chiellini che ha sottolineato: “Roberto è un professionista, spero si possa ripartire da lui”. Si vedrà, ma prima ci sono i Turchi. Ultimo treno per rendere meno umiliante questo tragitto concluso con un divieto d’accesso.
Il Qatar resterà una cartolina amara, dove l’azzurro proverà ad essere meno sbiadito con una prestazione convincente nello step successivo. Anche se ormai, a conti fatti, è inutile. Ma non si gioca solo per i numeri, seppur nello Stivale li stiano dando dal fischio finale di Palermo che ha tolto pensieri e parole a un intero stadio. L’ultimo di un movimento che doveva rinascere ed è finito per soccombere sotto la beffa Trajkovski.
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