Un nuovo presunto caso di malasanità è stato al centro di un’udienza: cosa è accaduto durante l’udienza per la morte di Raffaele Arcella.
La morte di Raffaele Arcella, 29enne vittima di un presunto episodio di malasanità, avrebbe ancora molti aspetti da chiarire. Proprio nel Tribunale di Nola si è tenuta un’udienza per la morte del ragazzo. Alcuni medici sono accusati di omicidio colposo, uno due due sarebbe un esperto nelle operazioni per ridurre il peso.
Il processo in corso a Nola non sarebbe l’unico episodio per il medico accusato che avrebbe già ricevuto in passato altre denunce. Intanto le indagini proseguono e la famiglia di Arcella chiede giustizia per la morte del ragazzo di 29 anni.
Il giovane Raffaele Arcella sarebbe morto per alcune complicazioni sopraggiunte in seguito a un intervento con bypass gastrico per dimagrire. Ad ucciderlo sarebbe stata una lesione dell’arteria che si trova proprio vicino lo stomaco. A sostenerlo è Guido Sciaudone, consulente della Procura, durante il processo per accertare quanto accaduto al ragazzo.
Le accuse di omicidio colposo, proprio per il presunto caso di malasanità, vedono imputati i medici Carlo Casillo e Stefano Cristiano. Quest’ultimo sarebbe al centro di approfondimenti anche per altri due episodi. Il primo è quello della 28enne Angela Iannotta, ragazza in coma dopo due interventi, l’altro è Francesco Di Vilio. Il 69enne è morto lo scorso primo gennaio, sempre dopo un’operazione.
Arcella perse la vita il 13 aprile 2019 dopo l’intervento con bypass gastrico eseguito presso una clinica di Ottaviano (provincia di Napoli). All’udienza ha partecipato il consulente Guido Sciaudone che ha spiegato quanto sarebbe accaduto durante l’operazione. Al 29enne fu lesionata l’arteria sotto lo stomaco, poi il trasporto in gravi condizioni presso il Policlinico di Napoli e infine il decesso. La famiglia di Raffaele Arcella si è costituita parte civile.
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Intanto per questa vicenda è previsto il ritorno in aula. Tutto è infatti programmato per il prossimo 15 giugno. Le indagini della Procura di Santa Maria Capua Vetere procedono e vogliono fare luce anche sui casi di Angela Iannotta e Francesco Di Vilio.
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