Il processo per la morte di Stefano Cucchi presenta alcune novità con tanto di richiesta in Appello. La famiglia del giovane morto chiede intanto giustizia.
La vicenda di Stefano Cucchi è al centro di un processo con grazie al quale la famiglia del ragazzo spera di poter fare giustizia dopo la morte avvenuta nel 2009. I legali hanno infatti chiesto di confermare le condanne decise in Corte d’Appello per i carabinieri imputati.
La richiesta sarebbe quella di comminare le condanne in Appello e dare vita a un nuovo processo, per l’esclusivo “trattamento sanzionatorio“, nei confronti di Francesco Tedesco. Il carabiniere fece emergere nuovi dettagli sul 31enne pestato e deceduto all’ospedale Pertini di Roma dopo sette giorni.
Caso Stefano Cucchi, la richiesta e altri dettagli sulla vicenda del giovane morto
Intanto il procuratore generale della Cassazione, Tomaso Epidendio, ha depositato la requisitoria in vista dell’udienza programmata il prossimo 4 aprile. La richiesta è quella di rigettare i ricorsi contro la sentenza di maggio 2021 che condannarono a 13 anni i due carabinieri Alessio Di Bernardo e Raffaele D’Alessandro, così come i quattro anni per Roberto Mandolini accusato di falso.
Secondo il procuratore generale Epidendio, la sentenza di Appello mostra un dato importante. “Cucchi è stato pestato (perché questo è l’unico termine compatibile con l’entità delle lesioni refertate) allorché si trovava alla stazione dei carabinieri di Roma Casilina. Lì era stato portato per il fotosegnalamento subito dopo il suo arresto per illecita detenzione e cessione di sostanze stupefacenti“, si legge nella requisitoria depositata.
Cucchi e il processo, altri dettagli
All’interno della requisitoria si parla del pestaggio “operato in quel frangente da Di Bernardo e D’Alessandro non è solo tratta da quanto riferito dal milite presente e coimputato Tedesco, ma è avvalorata da numerosissimi ulteriori elementi compiutamente indicati in sentenza“, continua. Lo stesso Cucchi avrebbe parlato del pestaggio dei carabinieri che lo avevano arrestato e non di altre persone, soprattutto per “il volto tumefatto e sua andatura paurosamente claudicante con difficoltà anche solo a rimanere in piedi“.
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I legali Fabio Anselmo e Stefano Maccioni avrebbero quindi parlato di non trovare altra spiegazione scientifica, se non per pestaggio e lesioni, così da spiegare la morte di Stefano Cucchi. Intanto il prossimo 4 aprile sono imputati per omicidio preterintenzionale i carabinieri Alessio Di Bernardo e Raffaele D’Alessandro (condannati in Appello a 13 anni). Per l’accusa di falso Roberto Mandorlini (4 anni) e anche il militare Francesco Tedesco.