Pogba si racconta dal ritiro della Nazionale francese. Gli impegni sono molteplici, ma il campione rivela un lato inedito di sé.
Paul Pogba e il Manchester United. Una storia infinita che sta per volgere al termine: punto e a capo per il francese che, fosse per lui, dimenticherebbe la parentesi inglese in fretta. Anni bui, sconsolati e apparentemente senza motivazione. Tutto per via degli stimoli che, quando vengono a mancare, sembra essere la fine.
Il trequartista, tuttavia, è a caccia di un nuovo inizio. Magari altrove, quando avrà finito il contratto con i Red Devils, deciderà: da giugno sarà un uomo libero. Di scegliere, capire e valutare. Più di un’idea se l’è fatta. C’è bisogno di riprendere il filo dalla matassa più intrecciata per capire che, dopo Manchester, può esserci il riscatto.
Pogba e la depressione: “Non ero più io”
Nel frattempo, però, non si risparmia e dal ritiro della Nazionale Francese parla dei suoi problemi e di quello che lo ha tenuto troppo tempo ancorato al passato: “Ho sofferto di depressione.
Le prime avvisaglie sono arrivate con Mourinho. Non l’avevo mai detto prima, io voglio vincere trofei, ma anche sentirmi realizzato. Non ero più io”. Così il campione bolla un periodo della sua vita dal quale è uscito. Ora deve solo ritrovare sé stesso professionalmente.
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Qualche grana sul piano familiare, con il tentativo di rapina recentemente subìto. Anche per questo Manchester deve essere solo un album di ricordi: possibilmente non troppo sbiadito, ma nemmeno così vivo come sembra essere attualmente. Le sirene di Madrid potrebbero chiamare, in seconda battuta c’è anche l’Italia. La Juve, i tempi d’oro della Serie A: un revival che fa sempre gola. Certi amori non finiscono, ma servono talvolta a ricominciare.
