Juventus, non c’è pace: la Guardia di Finanza torna a perquisire | Cosa non torna secodno i magistrati

Varie perquisizioni sono state effettuate oggi dalla Guardia di Finanza nel quadro dell’inchiesta sui conti della Juventus. Quello odierno sarebbe un nuovo fronte dell’inchiesta.

Le perquisizioni sono state ordinate dalla procura di Torino e sono state effettuate in tre città differenti dove sono presenti gli uffici di avvocati e agenti di calciatori.

Fabio Paratici, Pavel Nedved e Andrea Agnelli

Gli agenti della Guardia di Finanza hanno perquisito gli uffici di Torino, Milano e Roma di avvocati e agenti che hanno curato gli interessi dei calciatori. L’inchiesta è quella sui conti della Juventus e le perquisizioni odierne sarebbero state ordinate dalla procura di Torino per accertare un nuovo fronte dell’inchiesta.

Nei mesi scorsi le indagini avevano portato all’iscrizione nel registro degli indagati dei vertici del club bianconero per questioni legate a plusvalenze sulla compravendita di calciatori.

Il nuovo fronte si starebbe focalizzando su 4 mesi di stipendi non incassate dai giocatori nel 2020

Prisma” il nome dell’indagine era stata avviata a dicembre scorso e aveva colpito Andrea Agnelli, Pavel Nedved, Fabio Paratici, Marco Giovanni Re, Stefano Bertola, Stefano Cerrato e Cesare Gabbasio, tutti iscritti sul registro degli indagati.

Pavel Nedved e Andrea Agnelli

Un faro sulla manovra stipendi per le stagioni 2019-20 e 2020-21 è stato acceso dalla procura di Torino nel quadro dell’inchiesta sui conti della Juventus. La guardia di finanza, su indicazione dei pubblici ministeri, ha recuperato documenti negli studi di professionisti che curano gli affari dei giocatori.

Il club bianconero nel corso del 2020 avrebbe raggiunto un accordo con i propri giocatori per congelare i pagamenti di 4 mensilità. Un accordo siglato attraverso scritture privante con avvocati e agenti dei calciatori per permettere al club di ottenere una riduzione di costi nei bilanci del 2020 e del 2021.

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La procura, però, contesterebbe l’omessa rivelazione a bilancio della situazione debitoria, considerato che non si tratterebbe di una vera e propria rinuncia ma di differimento del pagamento delle mensilità dovute. Custodire alcuni documenti riservati fuori dalla sede per poi procedere alla loro “distruzione” una volta esaurito il loro scopo di “garanzia“. Sarebbe una “prassi” in cui, come risulta dalle carte dell’indagine, si sarebbero imbattuti i pubblici ministeri della procura di Torino che stanno indagando sui conti della Juventus

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