Questa mattina alle 11 il presidente ucraino Zelensky si è collegato con il parlamento italiano per uno storico discorso alle camere riunite. C’era molta attesa per il collegamento e per le parole che il presidente avrebbe rivolto all’Italia. Si erano fatte ipotesi, sulla base dei discorsi che Zelensky ha già tenuto in altri parlamenti europei, eppure tutte le previsioni sono state smentite. Che discorso è stato? Lo abbiamo all’ex parlamentare e giornalista Furio Colombo.
Accolto da molti applausi e commozione, il presidente dell’Ucraina Volodymyr Zelensky ha parlato al parlamento italiano per 12 minuti. Ha raccontato della distruzione, dell’attacco del nemico, dei bombardamenti e dei bimbi morti. Nessun accenno a quelle tematiche che avrebbero innescato la polemica tra i partiti. Cosa ha detto? E cosa deve fare ora l’Italia? Al quotidiano online Free.it l’ex parlamentare e giornalista Furio Colombo.
Cosa ne pensa del discorso di Zelenski al Parlamento?
“E’ stato un buon discorso, politicamente, umanamente e culturalmente. Il presidente ucraino ha dato l’impressione di sapere bene con chi parlava, di sapere bene quali difficoltà avrebbe potuto creare all’Italia nel dire certe cose. Sapeva bene quali erano le cose giuste da dire in questo momento così difficile per lui. E quindi è riuscito ha esprimere il dolore e la tragedia del suo popolo senza artifici. E infatti il discorso è stato accolto molto bene. Non ha gettato l’amo alle critiche dei sostenitori di Putin”.
In tanti, infatti, si aspettavano che Zelensky facesse dei riferimenti storici o invocasse le armi e la no fly zone. Come aveva fatto in altri parlamenti europei.
“Proprio così. E’ esattamente quello che dicevo prima: non ha detto le cose che avrebbero attirato critiche su di sé e sul suo operato. Ha evitato di dire tutto ciò che poteva provocare una divisione all’interno del parlamento e in questo strano pubblico odierno, dove c’erano anche i sostenitori di Putin. E’ invece stato dentro la cerchia emotiva di quel che poteva esprimere. Non solo per i parlamentari ma anche per tutto il popolo italiano che lo ha ascoltato o lo ascolterà dai media”.
Zelensky ha chiesto nuove sanzioni. Lei cosa pensa che dovrebbe fare l’Italia?
“Io non credo che l’Italia possa fare molto più di quello che ha fatto finora. La cosa più importante che l’Italia può fare in questo momento, e che sa fare, è accogliere i profughi. E approvare nuove sanzioni alla Russia, come ha detto il presidente Draghi, per costringere Putin a un accordo”.
Poi c’è tutta la polemica sull’invio di armamenti all’esercito ucraino. Cosa ne pensa?
“Io sono a favore dell’invio di armi per la resistenza ucraina, perché sono figlio di una resistenza armata. Sono vissuto da persona libera perché c’era una resistenza che ha combattuto per me quando ero bambino. Quando c’era chi combatteva contro i collaborazionisti dei tedeschi e contro i nazisti che voleva invadere l’Italia. Essendo figlio della resistenza, liberato dalla resistenza. Con una costituzione creata sul modello dei valori della resistenza non avrei potuto dire “no, agli ucraini no”.
Ucraina, Furio Colombo a Free.it “Ucraini cercano di salvarsi la vita”
Non vedo perché gli americani che inviavano le armi alla resistenza italiana andavano bene e noi non possiamo inviare armi a un popolo invaso dallo straniero. Perché se no, combattono di più, si alimenta la guerra e altre scuse simili. Ma loro stanno cercando di salvarsi la vita”.
E poi c’è il tema della No Fly Zone. Oggi Zelensky non l’ha invocata, come fatto nei giorni scorsi e come fanno anche molti cittadini ucraini sotto le bombe. Chiudere il cielo, dicono. Anche su questo c’è un grosso dibattito nella Nato.
“Certo, che se fossi un capo di Stato, starei attentissimo al problema immensamente pericoloso di una escalation. Senza però dimenticare che, lo dico da politico e da intellettuale, il problema è il ricatto della Russia. L’espediente della No Fly Zone è stato usato moltissime volte, non è un’invenzione. Il fatto che il cielo di un Paese divenga per un periodo una No Fly Zone non autorizza affatto a dire: Ah, allora io faccio la guerra atomica. Non c’entra niente, le cose sono totalmente sconnesse. No Fly Zone vuol dire soltanto non bombardare. E legare il desiderio di continuare i raid aerei con il desiderio di fare guerra atomica se per caso ti impediscono di bombardare non ha alcuna conseguenza logica.
Non c’è niente di immolare o scandaloso nel richiedere una No Fly Zone, se puoi la fai, se non puoi non la fai. Ma non sotto ricatto. Il fatto che così tanto in Italia si scandalizzino e dicano che chiede una No Fly Zone è un guerrafondaio che vuole la guerra nucleare è assurdo. Non la invocano. C’è un sicario in un punto del mondo e sta aspettando solo l’occasione per allargare questa guerra ingiusta”.
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