Nuova udienza del processo a carico di Antonio Di Fazio, l’imprenditore farmaceutico arrestato per aver abusato di una studentessa 21enne dopo averla stordita con potenti dosi di antidepressivi, oltre che di altre 4 ragazze e dell’ex moglie, che avrebbe anche cercato di uccidere. Le difese delle ragazze chiedono di approfondire le indagini anche sulla sorella medico e sulle prescrizioni di quei farmaci. Ecco perchè.
Fare luce sul ruolo di Maria Rosalba Di Fazio, la sorella dell’imprenditore Antonio Di Fazio finito a processo per le violenze sessuali subite da 5 ragazze. E dall’ex moglie, che avrebbe anche tentato di uccidere. È questa la richiesta degli avvocati delle giovani donne, che si sono costituite parti civili nel processo a carico di Di Fazio, che si sta celebrando con rito abbreviato davanti al gup di Milano Anna Magelli.
Il modus operandi di Di Fazio era sempre lo stesso. Avvicinava giovani donne in cerca di stage o di lavoro, si offriva di aiutarle. Poi alla prima occasione le stordiva con potenti dosi di antidepressivi e abusava di loro. Una tecnica adoperata anche con una studentessa 21enne della Bocconi, amica di famiglia, a cui aveva offerto un lavoro nella sua azienda farmaceutica. E proprio per questo episodio Di Fazio è finito in carcere nel maggio scorso.
Adesso i legali della 21enne e delle altre vittime, nel corso dell’udienza di questa mattina che si è svolta a porte chiuse, hanno tutti chiesto al gup di trasmettere gli atti al procuratore aggiunto Letizia Mannella e al pm Alessia Menegazzo. Vogliono che valutino se il comportamento della sorella di Di Fazio possa costituire favoreggiamento.
La donna, che è medico ed esercita anche a San Marino, aveva ceduto diversi ricettari in bianco al fratello. Gli aveva anche prescritto, tra il 2019 e il 2021, ingenti dosi di antidepressivi. Tutte prescrizioni che sono state trovate nell’appartamento affacciato su Parco Sempione dove l’imprenditore abitava con l’anziana madre. E dove spesso dormiva anche il figlio adolescente, che ha incontrato alcune ragazze presunte vittime del padre.
Nel corso dell’udienza fiume di questa mattina, inoltre, le parti civili hanno chiesto al gup di non concedere a Di Fazio le attenuanti generiche. Per loro l’imprenditore non avrebbe dato alcun segno di pentimento.
In particolare, Di Fazio ha offerto a tutte le giovani donne coinvolte nel procedimento un acconto di 6mila euro a testa, in vista di un eventuale risarcimento. Contributo che è stato accompagnato da una lettera ma, per gli avvocati di parte civile, quelle righe non lascerebbero trasparire alcun messaggio di scuse o segnale di ravvedimento. Dopo aver lasciato il carcere, Di Fazio è in cura in una comunità terapeutica.
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A prendere la parola, tra gli altri, è stato anche il legale che rappresenta il figlio adolescente di Di Fazio. L’avvocato ha chiesto al gup, tra le altre cose, di valutare la posizione del ragazzo indipendentemente da quella della madre e di valutare se revocare o meno la potestà genitoriale dell’imprenditore. Si tornerà in aula il prossimo 28 marzo e la parola passerà alla difesa dell’imputato.
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