Un viaggio iniziato dall’Ucraina, alle porte di Kiev e finito in Puglia: due fratelli di 2 e 3 anni hanno percorso molti chilometri insieme alla loro madre per scappare dalla bombe ed essere curati, ignari di portare in Italia il Covid
Da Vasylkiv, città alle porte di Kiev, sino in Calabria e poi a Bari. Questo è stato il viaggio di due bambini ucraini di 2 e 3 anni, insieme alla loro mamma di 21 anni.
Arrivati in Puglia ieri sera, sono stati ricoverati nel reparto di Malattie infettive dell’ospedale pediatrico Giovanni XXIII di Bari dopo essere risultati positivi al Covid.
In queste ore sono in corso diversi accertamenti per capire le condizioni di salute generale dei due piccoli fratellini ucraini. Con loro e la madre anche il supporto degli psicologi del Policlinico di Bari che si occuperanno di seguire i due bimbi che hanno subito il trauma del distacco dalla propria casa natia e il caos di una guerra che non cessa di mietere vittime e terrore tra la gente.
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La famiglia ucraina scappata dalla guerra provengono da Vasylkiv, città alle porte di Kiev fortemente colpita dai bombardamenti bellici negli ultimi giorni. Scappati dai bombardamenti, sono arrivati in Italia a bordo di un furgone con un gruppo di altri bambini rifugiati.
Ad accogliere i due fratellini il Policlinico di Bari mettendo a disposizione posti letto e cure specialistiche. Come riportato dall’ansa, il Direttore generale dell’ospedale pugliese, Giovanni Migliore, ha dichiarato:
“Fin dall’inizio del conflitto in Ucraina il Policlinico di Bari ha risposto all’s.o.s. internazionale mettendo a disposizione posti letto e cure specialistiche. Il valore della solidarietà che anima e guida il nostro servizio sanitario nazionale va oltre ogni frontiera. I nostri professionisti si prenderanno cura al meglio dei piccoli pazienti arrivati all’ospedale pediatrico Giovanni XXIII sperando di poterli dimettere il prima possibile”.
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La Dott.ssa Desirèè Caselli, che ha in cura i due bambini, ha riferito che lo stato di salute dei due fratellini è buono. La mamma dei piccoli, invece, assumeva già altri farmaci ma il personale sanitario sta svolgendo tutti i controlli di routine prima di somministrare altre terapie.
Inoltre, a supportare i medici nel loro lavoro sono intervenuti anche i mediatori culturali e gli psicologi. I bambini sono affetti da Covid e non è il primo caso di rifugiati ucraini che arriva in Italia affetto dal virus.