Rincari benzina e diesel, il Governo corre ai ripari: l’annuncio del Ministro della Transizione ecologica Roberto Cingolani in occasione dell’informativa in Senato. Ipotesi accisa mobile grazie al maggiore gettito Iva.
Soluzione accisa mobile al vaglio del Governo. Il rincaro dei carburanti è diventata questione da affrontare con estrema urgenza per l’Esecutivo dopo l’impennata dei costi successiva allo scoppio della guerra in Ucraina. Lo ha confermato il Ministro della Transizione ecologica Roberto Cingolani, nell’informativa in Senato di questa mattina.
Poiché “c’è stato un maggior gettito Iva” dovuto all’improvviso innalzamento dei costi, potrebbe essere impiegato per “ridurre le accise e quindi il prezzo finale” di benzina e gasolio. Evitando anche un calo delle entrate annue programmate. “Stiamo valutando l’ipotesi di praticare sui carburanti un’accisa mobile siccome c’è stato maggiore gettito Iva”, ha annunciato Cingolani, aprendo di fatto alla proposta messa sul tavolo nei giorni scorsi dai gestori degli impianti carburanti della Fegica. In sostanza il Governo intende impiegare i maggiori introiti derivanti dall’Iva al 22% applicata ai carburanti per poter intervenire tagliare l’altra componente fiscale (in questo caso fissa) che struttura il prezzo finale alla pompa, ovvero le accise.
Caro benzina, Cingolani: “Operazione sui carburanti molto complessa”
L’Italia ha presentato in Europa due “importanti proposte strutturali” per contrastare l’impennata dei prezzi di gas ed energia elettrica. La prima è quella di fissare un price cap, cioè un prezzo massimo temporaneo a livello europeo sulle transazioni di gas. “Ci sono obiezioni da parte di alcuni Paesi che dicono: se mettiamo un prezzo fisso, rischiamo che non ci diano gas. Ma attenzione: l’Europa compra circa i tre quarti di tutto il gas mondiale in tubazione“, spiega Cingolani.
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La seconda proposta riguarda il “disaccoppiamento dei prezzi di vendita dell’energia elettrica prodotta da fonti rinnovabili da quella prodotta con il gas”. Attualmente tutto dipende dal costo del gas, secondo una logica che “un tempo aveva senso perché le rinnovabili costavano molto e il gas poco” ma oggi risulta essere piuttosto penalizzante, sottolinea Cingolani. “Sembrano cose ragionevoli – dice ancora – ma queste regole sono complesse da cambiare“, precisa. “C’è un problema di un incremento dei costi del Brent e un problema del costo del gas e dell’energia che impatta sul costo finale. Assistiamo a una diminuzione della disponibilità del diesel mentre non c’è alcun problema per la benzina“, conclude Cingolani.
