In manette il serial killer ricercato da mesi: chi erano le sue vittime

Dopo mesi di ricerche, è finito in manette un presunto serial killer responsabile di efferati omicidi. Le sue vittime appartenevano tutte allo stesso genere, e in questi mesi aveva seminato il panico nella popolazione. 

Si parla ancora di “sospetto killer“, ma la polizia non sembra avere dubbi, che quello che è stato arrestato, sia lo spietato serial killer responsabile di molti efferati omicidi. Il risultato, che fatto tirare un sospiro di sollievo a molti, c’è stato anche grazie a precise foto segnaletiche, con l’invito alla popolazione da parte degli agenti, a fornire informazioni utili.

In manette il serial killer ricercato da mesi

Ma non soltanto, oltre alle immagini del primo piano dell’uomo con il racconto delle sue violente aggressioni, in tutto il Paese sono stati diffusi dei frame di video registrati dalle telecamere di sorveglianza dei luoghi dove l’uomo aveva colpito. Questo, oltre chiaramente a terrorizzare la popolazione, ha però anche dato modo di ricevere decine e decine di segnalazioni, che hanno formato una mappa molto precisa degli spostamenti dell’uomo.

Gli stessi sindaci lunedì scorso, avevano fatto appello alle comunità per dare il loro contributo nelle indagini. La cosa che per molti giorni ha fatto brancolare nel buio gli investigatori, era la motivazioni dei gesti dell’aggressore. Nessuno sapeva spiegarsi perché avesse preso di mira la popolazione dei senzatetto, che solo nella “Grande mela” si aggira a circa 4mila persone. 

In manette il serial killer ricercato da mesi: l’appello delle autorità a proteggersi

Dalle autorità era anche arrivato l’invito diretto alla popolazione di senzatetto, a cercare riparo presso i centri di accoglienza cittadini, per evitare di imbattersi nel killer, responsabile di cinque aggressioni di cui due risultate mortali

I primi tre episodi si erano verificati nella zona nordorientale di Washington tra il 3 e il 9 marzo. In due casi le vittime avevano riportato ferite da arma da fuoco. Mentre in un altro caso, una tenda utilizzata dai senzatetto aveva preso fuoco e all’interno era stato trovato il cadavere di un uomo colpito da proiettili e accoltellato. A New York le aggressioni si erano invece verificate a Lower Manhattan, una nei pressi dell’Holland Tunnel, che collega la città allo stato del New Jersey. L’altra, mortale, a Soho.

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Sono stati necessari ben due dipartimenti di polizia per arrivare poi all’arresto. Questo quando un capitando del Metropolitan Police Department aveva notato sui social le somiglianze tra il segnalato di New York e quello del suo dipartimento. Dopo l’arresto la polizia si è dichiarata molto soddisfatta e la popolazione, soprattutto di quelli che non hanno un posto dove vivere, i cosiddetti  homeless, hanno potuto tirare un sospiro di sollievo.

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