In questi giorni si sono viste s cene di assalto ai supermercati. Gli italiani si sono riversati in massa nei super-store per fare scorte di cibo: pasta, farina, riso, scatolame. Il motivo: un po’ per la paura della guerra, un po’ per il timore che i prezzi saliranno a dismisura. Un po’ anche perché c’è il timore che i rifornimento di cibo possano diradarsi. E così è scoppiata il caso. Ma è davvero necessario accaparrarsi chili e chili di pasta in questo momento? E’ un timore fondato o è solo psicosi. Al quotidiano online Free.it. Mauro Antonelli di Unione Consumatori.
L’assalto ai supermercati che c’è stato in questi giorni in diverse città d’Italia è legato a due diversi fattori. Da un lato c’è il timore che la distribuzione sarà rallentata dal caro benzina e dalle tensioni internazionali. Dall’altro, si avverte il pericolo che la guerra in Ucraina possa limitare l’arrivo di prodotti come il grano e che i prezzi vadano alle stelle. Ecco perché si sono viste lunghe file di gente che ha comprato fino a 20 chili tra pasta e riso. Ma è davvero necessario accaparrarsi chili e chili di pasta in questo momento? E’ un timore fondato o è solo psicosi. Al quotidiano online Free.it. Mauro Antonelli di Unione Consumatori.
In questi giorni ci sono state lunghe file ai supermercati, da nord a sud, che cosa avete riscontrato?
“Fino ad adesso quello che è successo è legato a una forma di psicosi. In particolare, si sono viste scene di ressa ai supermercati soprattutto in Sardegna per via dello sciopero degli autotrasportatori. Un po’ per questo, un po’ per le fake-news che si erano diffuse, la gente si è riversata a comprare generi di prima necessità. Ed è successo in diverse regioni, da nord a sud. In realtà, non c’è alcun problema di rifornimento, lo stesso sciopero dei traportatori è stato bloccato dal Garante. La guerra non sta avendo alcun effetto sulla distribuzione di alimenti in Italia”.
Perciò, è inutile fare le file ai supermercati e svuotare gli scaffali?
“Inutile e non consigliabile in questi momenti di crisi, proprio per evitare che la tensione porti a far crescere ancor di più l’inflazione. Ripeto, i rifornimenti ci sono e non verranno bloccati, quindi non ha senso correre per comprare mille chili di pasta e riso”.
La gente però è preoccupata. Che cosa si può fare per contenere i prezzi?
“Il modo migliorare per tenere il mercato sotto controllo è che il governo riduca le accise. Cosa che per ora non ha fatto e che non crediamo che abbia in programma di fare. Noi, in verità, lo stiamo chiedendo da mesi, da prima che scoppiasse la crisi in Ucraina. Secondo Unione Consumatori, le accise andrebbero ridotte almeno di 30 centesimi.
E’ chiaro che se riducono le accise di 5,6,7 centesimi non se ne accorge nessuno. Inoltre, andrebbero bloccate anche le speculazioni. Noi proprio sull’aumento dei prezzi abbiamo fatto un esposto alla Procura di Roma e all’Antitrust. E abbiamo anche chiesto l’intervento della Guardia di Finanza alle pompe di benzina”.
Avete visto cospicui amenti nei supermercati?
“Per la verità, al momento abbiamo visto aumenti che sono legati all’inflazione. Ma quelli che, insomma, aveva già rilevato l’Istat prima che scoppiasse la guerra in Ucraina. Quindi non sono legati al momento contingente o se ci sono stati, sono stati minimi nelle ultime due settimane. La situazione più seria, invece, è legata ai carburanti. Ci sono stati rincari fino a 20 centesimi al giorno in 15 giorni, assolutamente anomali. Per questo abbiamo chiesto all’Antitrust di intervenire”.
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