Il caro carburanti è causato anche dalle accise che influiscono e non poco sul costo complessivo: di cosa si tratta, quante sono e come mai esistono.
L’aumento dei costi in Italia coincide anche con il caro carburanti che ha portato il prezzo di diesel e benzina a superare abbondantemente i due euro a litro. Intanto i consumatori sono veramente arrabbiati e ciò è causato anche dalle accise che fanno lievitare il costo.
A distanza di giorni dalla guerra scoppiata in Ucraina il prezzo del carburante ha subito un’impennata improvvisa. Sta di fatto che le accise rappresentano una parte del costo che ogni consumatore paga quando si reca presso una stazione di servizio. Si tratta di una tassa che lo Stato sceglie per la vendita di alcuni prodotti di consumo.
Caro carburanti, come mai lievita il prezzo di diesel e benzina
Le accise si differenziano dall’IVA e riguardano nello specifico una determinata categoria di prodotti. Le somme versate sono quindi il pagamento periodico di imposte che riguardano eventi accaduti molti anni or sono. Questo sistema è certamente molto vantaggioso poiché offre allo Stato un guadagno costante e immediato nel tempo, soprattutto per carburante, tabacco ed energia elettrica. Di fatto queste cifre vengono versate nel momento in cui si fa benzina, oppure quando si paga una bolletta di luce o gas.
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Generalmente molti sanno che le accise si ripercuotono sul prezzo totale del carburante di vario genere (anche gps metano e gpl), ma non c’è soltanto questo. Le accise sono attualmente in vigore anche per alcune bevande alcoliche come i liquori, oppure per oli lubrificanti, fiammiferi e sigarette.
Caro carburanti, quante sono le accise che si pagano attualmente
Sta di fatto che le accise sui carburanti non sono poche: il numero attuale è 18. Soltanto dal 2004 al 2014 ne sono state introdotte ben dieci. Ecco l’elenco specifico che mostra come fra accise e IVA il costo ammonti a 1,049 euro per ogni litro di carburante.
- Finanziamento crisi Suez (1956) con pagamento di 0,00723 euro
- Ricostruzione dopo il disastro del Vajont (1963) con pagamento di 0,00516 euro;
- Ricostruzione in seguito all’alluvione di Firenze (1966) con versamento di 0,00516 euro;
- Ricostruzione post terremoto del Belice (1968) per un totale di 0,00516 euro;
- Ricostruzione post terremoto del Friuli (1976) con 0,00511 euro;
- Ricostruzione dopo il terremoto dell’Irpinia (1980) con 0,0387 euro;
- Finanziamento missione ONU in Libano (1982 – 1983) per 0,106 euro;
- Finanziamento missione ONU in Bosnia (1996) con 0,0114 euro;
- Rinnovo contratto autoferrotranvieri (2004) per 0,020 euro;
- Acquisto autobus ecologici (2005) pari a 0,005 euro;
- Ricostruzione in seguito al terremoto de L’Aquila (2009) per un totale di 0,0051 euro;
- Finanziamento alla cultura (2011) per 0,0071 euro;
- Finanziamento crisi migratoria della Libia (2011) con 0,040 euro;
- Ricostruzione per alluvione in Toscana e Liguria (2011) con 0,0089 euro;
- Finanziamento decreto “Salva Italia” (2011) pari a 0,082 euro;
- Finanziamento per ricostruzione dopo terremoto dell’Emilia Romagna (2012) – 0,024 euro;
- Finanziamento del “Bonus gestori” (2014) con 0,005 euro;
- Finanziamento del “Decreto fare” (2014) per 0,0024 euro.