Carburanti sempre più costosi, dal 14 marzo benzinai chiuderanno gli impianti self service per un “ricavo che rimane fisso: 3 centesimi e mezzo al litro. Mentre i litri erogati diminuiscono”. L’attacco del Ministro della Transizione Ecologica Roberto Cingolani: “Aumento prezzi ingiustificato, non esiste motivazione tecnica a questi rialzi”.
“Lo avevamo annunciato nei giorni scorsi e ora siamo costretti a farlo. Benzina e gasolio aumentano, ma il ricavo dei benzinai rimane fisso. In compenso, i litri erogati diminuiscono a causa dell’incremento dei prezzi e i costi di gestione aumentano”. Così il Presidente di Faib-Confesercenti, l’associazione dei gestori delle pompe di benzina, Enzo Nettis commenta la decisione dei benzinai di chiudere gli impianti self service durante le ore notturne per protestare contro un rincaro dei prezzi che sta progressivamente strangolando il settore.
Un aumento medio delle bollette elettriche per i benzinai del 135%, quasi 10mila euro annui in più per ogni singolo impianto, che mette in pericolo la sopravvivenza di centinaia di piccole imprese. “Siamo coscienti che la nostra decisione potrà comportare qualche disagio per i consumatori – prosegue Nettis – ma siano anche convinti di avere la loro solidarietà, perché noi e loro siamo ugualmente vittime di questa situazione“, precisa.
Rincari carburanti, Cingolani: “Aumenti ingiustificati, una truffa colossale”
Sul tema dell’aumento dei costi dei carburanti è intervenuto anche il Ministro della Transizione Ecologica Roberto Cingolani che in un’intervista rilasciata ai microfoni di Sky Tg 24 ha parlato di “colossale truffa a spese delle imprese e dei cittadini”. “Stiamo assistendo ad un aumento del prezzo dei carburanti ingiustificato – spiega Cingolani – non esiste motivazione tecnica di questi rialzi. La crescita non è correlata alla realtà dei fatti è una spirale speculativa, su cui guadagnano in pochi”, sottolinea il Ministro.
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Secondo Cingolani sul gas sarà necessario stabilire prezzo massimo oltre il quale gli operatori europei non dovranno poter andare. “Chiunque esporta gas non può fare i conti senza l’Europa – dice ancora il Ministro – serve un tetto massimo per il prezzo del gas, un costo appetibile da non affossare il mercato”, precisa.
Se lo Stato fa da solo è un mercato troppo piccolo mentre se lo fa l’Unione europea no per cui “si può discutere intorno ad una cifra di 80 euro megawatt/ora che è già il doppio di quanto pagavamo un anno fa”, ammette. “E se fisso il prezzo del gas – prosegue Cingolani – fisso anche il prezzo per l’energia elettrica”, conclude.