Un capo ultras di una squadra del nord che gioca in Serie A è finito nei guai. L’accusa verte sullo spaccio di droga.
Dopo una lunga indagine il gip di Milano ha deciso di portare a processo 7 delle 9 persone messe in custodia cautelare. Fra di loro vi è un leader di una squadra milanese, finito nei guai, insieme ai suoi complici, per lo spaccio di droga. Le indagini erano iniziate per mano della squadra mobile antidroga della capitale lombarda ed erano inerenti al commercio di hashish e marijuana, provenienti dal Marocco.
L’uomo ha dei precedenti giudiziari, per un patteggiamento che lo ha portato a una condanna di un anno e mezzo, sempre per lo spaccio. Sembra che gestisse l’organizzazione criminale dando direttive tramite un’app di messaggistica.
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Capo ultras del Milan finito nei guai per droga
I primi fatti inerenti al rintracciamento delle persone coinvolte si sono svolti lo scorso dicembre. In quel periodo, un capo ultrà della curva sud milanese è stato individuato come il “vertice” da cui partiva ogni direttiva. Il processo si svolgerà ad aprile e l’uomo sarà difeso dall’avvocato Jacopo Cappetta. Si pensa possa scegliere un rito alternativo per essere giudicato.
I messaggi indirizzati ai suoi probabili sottoposti provenivano dal softwere Encrochat. Il telefono utilizzato per tale attività, invece, era del modello Bq Aquaris. La persona sottoposta al prossimo processo sarà L.L.
Capo ultras del Milan finito nei guai: l’incriminazione
I giudici hanno affermato di lui che è un capo carismatico e pericoloso. Hanno anche notificato all’uomo la restrizione inerente all’allontanamento dagli stadi.L’uomo deve anche rimanere fuori dalle città di Milano e San Giovanni, a cui deve stare distante per almeno 3 kilometri.