Tymoshchuk è in gravi guai per via del suo lavoro in terra russa. Vediamo cosa rischia per mano della Federcalcio ucraina.
Ormai la situazione della guerra sta portando ogni settore a prendere delle posizioni forti, dirette verso ogni persona o atto. Anche la Federcalcio ucraina fa il suo, mettendo nel mirino Thymoshchuk, per via delle attività che svolge in terra russa. Lui è un campione molto rispettato e amato in patria, ma il non aver abbandonato la squadra in cui è sembra lo renda una persona contrapposta agli interessi della propria nazione.
I tifosi che lo conoscono sanno quanto sia forte, asserzione che deriva anche da ciò che ha vinto nella sua lunga carriera da calciatore. Nel 2013 si è aggiudicato, con i compagni di squadra del Bayern Monaco, una Champions League. Nello stesso anno si è trasferito allo Zenit di San Pietroburgo, per disputare tre stagioni sul rettangolo di gioco. Dopo di che, ha intrapreso la carriera da vice allenatore, attività che svolge anche oggi all’età di 42 anni.
Happy birthday to legendary Zenit player and team coach Anatoliy Tymoshchuk 🎂🎁 pic.twitter.com/v6cD9byzPq
— FC Zenit in English✨ (@fczenit_en) March 30, 2020
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Le sanzioni volute dalla Federcalcio per Tymoshchuk
L’attività da vice allenatore in un paese nemico e aggressivo militarmente, sta danneggiando la persona presa di mira. Pur non impugnando le armi o schierarsi da una parte o l’altra della barricata, l’uomo è vittima di una presa di posizione massiccia da parte delle autorità del suo paese di nascita. Ciò che sta rischiando è la perdita di tutti gli oneri conquistati giocando allo sport che più ama: il calcio.
Secondo l’Uaf l’allenatore in seconda sta violando il codice etico e i valori del fair play esportati dall’associazione, visto che sta ancora continuando la sua attività in un paese nemico.
“Non rilasciando dichiarazioni in merito a ciò che sta accadendo e continuando la sua collaborazione con lo Zenit, il giocatore sta creando un danno d’immagine alla sua nazione”, fanno sapere dalle dirigenze. Il rischio è la perdita di tutti i titoli e i riconoscimenti ottenuti in patria.