Ennesima notte di paura in Ucraina, questa volta è la città di Chernihiv che trema sotto i bombardamenti russi: attacchi violenti e cimiteri improvvisati dalla popolazione che non sa più dove seppellire i corpi straziati dalle bombe
Chernihiv, città settentrionale dell’Ucraina a pochi chilometri da Kiev, questa notte non ha dormito sonni tranquilli. Bombardata dalle forze militari russe, il centro della città abitato ancora dai cittadini, è stato attaccato con violenza.
Colpi ancora più duri dopo l’inasprimento dell’offensiva contro Mariupol, che al momento sta attraversando la fase più difficile del conflitto.
Ed è proprio a Chernihiv, affermano le autorità ucraine, che l’esercito russo ha perso oltre 11.000 soldati, 46 aerei, 68 elicotteri, 999 veicoli corazzati e 290 carri armati.
Completamente circondata dalle truppe russe, i cittadini di Chernihiv questa notte sono stati avvisati dalle sirene antiaeree di rimanere nei bunker al sicuro.
Intanto, gli ucraini si precipitano a seppellire i corpi dei civili e dei soldati uccisi nel bombardamento russo di questa notte a #Chernihiv. Si improvvisa un cimitero a cielo aperto dopo che quello cittadino di Yatsevo è sotto costante bombardamento.
I resti delle vittime ucraine cadute sotto i colpi russi vengono, così, seppelliti nella foresta di Yalivshchyna, in trincee improvvisate. È devastante e cruda l’immagine delle bare in fila che non sembrano trovare la pace neanche dopo la morte.
Intanto, a pochi passi da Kiev, nel nord della città di Chernihiv i tentativi di evacuare i civili assediati sono falliti, così come sono falliti i tentativi di mettere al sicuro gli ucraini anche a sud di Kiev, nella città di Mykolaiv e a Kharkiv, dove le forze nemiche russe stanno intensificando i bombardamenti e l’artiglieria pesante ha colpito le aree residenziali della seconda città più grande dell’Ucraina, Kharkiv.
Le testimonianze della guerra vissuta sulla pelle del popolo ucraino viaggiano sul web. Come la storia di una giovane donna e madre, Yulia Matviyenko di Chernihiv che solo il 3 marzo ha tentato di mettersi in salvo dai bombardamenti aerei russi con i suoi 3 bambini nel corridoio di casa:
“Ricordo che c’era un suono assordante, poi una scossa e le pareti, le finestre e il soffitto hanno iniziato a cadere su di noi. Siamo sopravvissuti miracolosamente, ma la nostra casa è stata distrutta”.
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