La guerra in Ucraina non dà tregua e adesso cresce il fronte militare per la chiamata alle armi. Aumentano i foreign fighters e anche il pericolo degli infiltrati estremisti.
Il fronte in Ucraina prova a resistere dopo i numerosi attacchi subiti nelle varie città da parte delle milizie russe. Intanto il ministero degli esteri del governo di Zelensky ha diffuso una nota per i cittadini stranieri che vogliono combattere e aiutare le truppe ucraine. Esiste infatti a tal proposito una guida e le modalità per inviare la richiesta.
In prima battuta bisogna contattare l’ambasciata ucraina nel Paese di residenza, successivamente preparare i documenti e sostenere un colloquio con un addetto militare. In caso di esito positivo si potrà giungere in Ucraina con l’attrezzatura necessaria, poi sarà sufficiente “unirsi ai ranghi della legione straniera“, recita una nota del ministero.
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Il ministero degli Esteri ucraino ha di fatto pubblicato questa guida in lingua inglese, spiegando ai cittadini cosa serva per raggiungere il fronte e combattere per l’Ucraina. Di fatto sarebbero chiamati alle armi soltanto coloro che hanno esperienza nelle forze militari. In tal senso c’è anche un obiettivo ben preciso, ovvero quello di evitare che ci siano infiltrazioni da parte dei foreign fighters estremisti provenienti da diversi Paesi.
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A tal proposito i controlli sarebbero molto rigidi, ma è chiaro che infiltrazioni di questo genere sarebbero già avvenute. Intanto il presidente Volodymyr Zelensky ha parlato di 16mila persone che avrebbero scelto di combattere contro la Russia. Tantissimi sono partiti da Canada, Gran Bretagna e Stati Uniti, ma non sarebbero gli unici Paesi. Si registrano infatti cittadini pronti a combattere e giunti perfino da Bielorussia, Georgia e Giappone.
Il fenomeno dei foreign fighters in Ucraina parte dal 2014. Durante la guerra nel Donbass ci fu un imponente afflusso di oltre 17mila persone, provenienti da oltre 50 Paesi, intenti a combattere sul fronte ucraino e anche su quello russo. Nel caso specifico, inoltre, circa 15mila giunsero dai Paesi vicini, un migliaio invece da altre zone occidentali. A riportare questi dati è stato l’Istituto per gli studi di politica internazionale (Ispi). In quel caso furono una cinquantina i cittadini italiani che decisero di andare al fronte. Secondo l’Ispi si trattò di “maschi con livello socio-economico medio/basso e nessun familiare al seguito“.
Questi numeri sarebbero però una minima parte di quelli che potrebbero avvenire durante il nuovo conflitto fra Russia e Ucraina. Migliaia di combattenti stranieri sarebbero intenzionati, sempre secondo l’Ispi, a giungere al fronte. Intanto le forze speciali sono al lavoro per evitare l’inserimento di frange estremiste che sarebbero estremamente pericolose.
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