Domani si aprirà il processo d’appello bis per la strage di Viareggio e le parti iniziano la loro battaglia fuori dalle aule. Il botta e risposta fra la Corte Suprema e i familiari delle vittime è continuo.
Era il 29 giugno 2009, quando un treno merci ha deragliato, con il conseguente sversamento di Gpl che ha provocato un incendio. I 32 morti e il centinaio di feriti della strage di Viareggio dovrebbero iniziare a vedere giustizia domani, con l’avvio dei lavori nel processo d’appello bis.
Le condanne erano state ribaltate dalla precedente sentenza, che non ha riconosciuto il fatto come incidente sul lavoro. Intanto, i familiari delle vittime chiedono le pene più severe. Infatti, per i dirigenti delle Ferrovie italiane e quelli di ferrovie austriache e tedesche, responsabili del controllo e della manutenzione, era scattata la prescrizione.
#ragusa | Strage di Viareggio, riapre il processo. Sdegnati i familiari delle vittime, fra cui quella del pozzallese Rosario Campo: “Colpevoli impuniti”https://t.co/1gMS9Ldl6s
— ragusaoggi (@ragusaoggi) March 5, 2022
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La voce dei familiari delle vittime relative alla strage di Viareggio
Ciò che è avvenuto nelle precedenti arringhe è stato posto sotto esame dall’associazione Il mondo che vorrei, che rappresenta le famiglie delle vittime. Prima del processo vi sarà una manifestazione, partendo da un corteo per poi creare un presidio di fronte alla Corte Suprema. Intanto, è stato pubblicato un comunicato da parte loro, che va ad evidenziare quanto l’avvenuto, secondo il loro parere, sia un incidente sul posto di lavoro.
Una divisione netta, quindi, fra ciò che hanno stabilito in precedenza i giudici e i risvolti che l’associazione afferma. “Quello che hanno fatto i giudici è vergognoso; perché hanno trasformato le condanne in prescrizione”, fanno sapere. “Ciò sembra un gesto in difesa delle aziende operanti nel settore e potrebbe causare emulazioni verso altri casi del genere (vedi Ponte Morandi)”, hanno poi concluso.