La guerra in Ucraina non si arresta e in Italia parte il controllo per le scorte di iodio: la decisione ha un motivo ben preciso e riguarda anche la minaccia nucleare.
Le scorte di iodio stabile sono al centro di alcuni controlli che l’Italia starebbe facendo mentre è in corso il conflitto in Ucraina. L’allerta per il rischio nucleare va di pari passo con un uso delle pillole allo iodio aumentate a dismisura, da qui l’idea di controllare le scorte nelle farmacie. Si tratta di un farmaco il cui utilizzo è legato a quanto sta accadendo dalle forze militari vicino le zone a rischio (Zaporizhzhia e Chernobyl per fare un esempio ndr).
Il medicinale aiuterebbe le persone esposte a radiazioni, ma soltanto a distanza di alcune ore, oppure fino a massimo un giorno dall’esposizione. La Protezione civile e il ministero della Salute avrebbero intanto avviato la verifica delle riserve di iodio in Italia. La cura di iodoprofilassi è presente nel Piano nazionale contro le emergenze radiologiche, da qui l’esigenza di un controllo sul sistema di stoccaggio.
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Pillole di iodio, i controlli dell’Italia e la minaccia nucleare
Sulla questione si è espresso anche Andrea Giustina, primario dell’Unità di Endocrinologia dell’IRCCS Ospedale San Raffaele di Milano, che ha parlato ai microfoni de La Stampa. “Credo che non sia il caso di incoraggiare questa corsa allo iodio anche perché ci sono possibili effetti collaterali associati alla sovraesposizione“, ha commentato l’esperto.
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La guerra in Ucraina avrebbe causato, specialmente nelle nazioni confinanti, un aumento delle vendite di pillole di iodio. Parte della popolazione vorrebbe assumerle con la speranza di limitarne i rischi, qualora dovesse verificarsi una eventuale dispersione di radiazioni nucleari. In tal caso gli esperti hanno parlato di non seguire le tendenze social, ma di affidarsi eventualmente a personale qualificato ed esperto.